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Scrivere non è un mestiere, ma un'urgenza. Intervista a Gian Paolo Serino

Non amo nessuno, io. Neanche me stesso. Attendo la morte senza morire ogni giorno.
Regalo al mondo il mio sguardo di flaneur immobile.
I miei pensieri sono i miei occhi.
Vorrei andare lontano, ma non come Robinson Crusoe. In un’isola deserta avrei troppa compagnia. Vorrei naufragare in un’isola piena di gente per sentirmi davvero solo.
Devo farvi capire che io sono stato il peggiore di voi e proprio per questo posso raccontarvi la mia vita prima che diventi fondale. -Gian Paolo Serino, Quando cadono le stelle

Un critico letterario che sarebbe forse meglio definire istigatore alla lettura. Un intellettuale irrequieto ed esigente, Gian Paolo Serino è il geniale ideatore e fondatore della rivista letteraria Satisfiction, il primo free press culturale italiano che offre ai lettori l’inusuale garanzia “soddisfatti o rimborsati”. Si è sempre occupato di libri collaborando per anni con i più importanti giornali italiani: la Repubblica, Avvenire, Il Riformista, il Venerdì di Repubblica, D-la Repubblica, L’Espresso, Rolling Stone, GQ, Vogue, Mucchio Selvaggio, Pulp Libri, L’Indice dei libri, Vanity Fair. Nel 2006 ha pubblicato “USA&Getta”, Oriana Fallaci e Alekos Panagulis: storia di un amore al tritolo (Aliberti Editore). È autore della postfazione e dell’edizione italiana del romanzo Il compromesso di Elia Kazan (Mattioli 1885). Ha curato, insieme a Carla Tolomeo e Lorenzo Butti, Così tante vite con prefazione di Claudio Magris (Mattioli 1885) e l’edizione italiana di Dylan Thomas. Essere un poeta e vivere di astuzia e birra. Nel 2015 ha pubblicato il saggio Luciano Bianciardi. Il precario esistenziale. Attualmente scrive per il Giornale e collabora con R101, dove ogni martedì in diretta dalle 14 alle 15 parla di libri.
Il 19 maggio 2016 debutterà con il suo primo romanzo, “Quando cadono le stelle” edito da Baldini&Castoldi. A tal proposito gli abbiamo rivolto qualche domanda.
Critico letterario, giornalista, scrittore, ma soprattutto carismatico, ironico, geniale e provocatore. Quante sono le anime di Gian Paolo Serino e quale sente più autentica?
La mia anima è soprattutto quella di un lettore, un lettore che divora l’inchiostro come divora la vita. Critico sono nato. Quando da piccolo mia madre mi diceva che uscivamo, anche in una giornata di sole, dicevo sempre: “E se piove?”. Si vede che l’essere critico è nato con me: anche perché sono il peggior critico con me stesso, ma non lo dico agli altri oppure mi nascondo dietro l’autonomia che è un metodo per nascondersi svelandosi. Scrittore lo sono da sempre, ma credo che uno scrittore debba pubblicare solo quando sente che ha davvero qualcosa da comunicare. Scrivere per me non è un mestiere, ma una urgenza.
E’ stata audace la scelta di proporre la letteratura su Internet attraverso Satisfiction, la prima free press culturale italiana. La sua creatura virtuale ha rappresentato una sfida ambiziosa, ma che l’ha ricompensata con un innegabile successo di pubblico. Il segreto è l’autentica passione per ciò di cui si scrive?
Più che di pubblico di lettori. La passione muove e smuove tutto. Ecco se dovessi recuperare dal vocabolario una parola desueta non è “bellezza” ma passione. La passione l’hanno dimenticata in molti, in troppi scambiandola per ambizione, che è altro. Appassionarsi ad un’idea e sacrificare tutto per quella idea è quello che mi sembra manchi. Appassionarsi alla scrittura significa essere appassionati alla lettura, ma molto spesso ho l’impressione che non sempre sia così.
“E alla fine, siamo solo umani, ubriachi dell’idea che l’amore, solo l’amore, possa guarire il nostro tormento” scriveva Francis Scott Fitzgerald. Qual è la sua medicina?
È l’esperienza. Di essere un corsaro, un guerriero che affronta sempre nuove sfide ma avendo abbandonato ogni tipo di rischio.
Il 19 maggio uscirà il suo primo romanzo “Quando cadono le stelle” edito da Baldini&Castoldi. Un intreccio di voci, storie, sentimenti e illusioni. Puo’ parlarcene?
È un romanzo sull’implosione della società dello spettacolo. Attraverso aneddoti inediti in Italia di molti artisti ho voluto costruire un romanzo che rappresentasse il vetro infranto delle nostre illusioni, l’altro volto del successo, che è sempre il participio passato del verbo succedere.
Lei scrive “Un uomo può essere distrutto ma non sconfitto.” Cosa lo rende invincibile?
L’essere uomo. Puoi distruggermi in qualsiasi maniera ma non mi sconfiggerai mai. La vita è una sfida una lotta un ring dove non ci sono corde limiti ma solo l’uso consapevole che ognuno può fare dei propri ricordi, della propria vita, del nostro futuro in un presente per molti assente.
di Anna Esposito
 
Gian Paolo Serino, “Quando cadono le stelle”, 2016, pag. 220 , Euro 15

 

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