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Dalle rovine, candidato allo Strega il romanzo onirico di Luciano Funetta

Uno scrittore argentino vissuto a Roma, ingegnatosi a scrivere in italiano. Potrebbe essere la storia di Luciano Funetta, argentino di elezione quantunque pugliese all’anagrafe, dispensato quindi dal disimparare il castigliano per meglio vocarsi alla lingua che aveva scelto Juan Rodolfo Wilcock, uno dei precursori che – insegna un altro notabile portegno – si è creato l’autore di “Dalle rovine”, esordio tra i più convincenti di questa altrimenti grigia stagione letteraria. Il primo romanzo del trentenne Funetta, che nella Capitale osmoticamente fa il libraio, ha ottenuto consensi diffusi fino a entrare nella dozzina dello Strega 2016, avvicinandosi quindi a quella “somministrazione del premio letterario” che rappresenta uno dei calembour wilcockiani più geniali.
In attesa del responso di Casa Bellonci, lo scrittore pubblicato dall’intraprendente editore Tunué conquista lettori grazie a una storia molto poco convenzionale, spaesante per il continuo cambiamento di prospettiva narratologica, soggettiva e spaziotemporale, che induce il lettore a dubitare di ogni riferimento pure esplicitato. Rivera è un allevatore di serpenti e un cineasta del porno autoriale, vocato alla dissipazione dell’io in entrambe le attività che lo portano a compiere un percorso tra Barcellona, città reale resa immaginaria, e Fortezza città immaginaria trasfigurata nella realtà, per la forza di una scrittura sorvegliata eppure penetrante, aliena a qualsiasi suggestione barocca o bellettrista, devota a un riconosciuto nume come Bolaño.
Ci si addentra in questo libro come in un incubo, pervasi dalla sensazione di poterne essere assorbiti, nella stregonesca ibridazione tra vita e letteratura perseguita da un autore colto e consapevole della forza paurosa della parola scritta, più convincente di ogni immagine. Un romanzo che scrive se stesso e forse il suo autore, attraendolo nel magnetismo dinamico delle pagine, quasi a fare di Funetta un personaggio di Rivera. Che resta a guardare, dal di fuori dell’ultima pagina, una storia che deve ancora finire prima di cominciare.
di Elena Orsini
 
 
Luciano Funetta, “Dalle rovine”, Tunué, pp. 128, euro 9,90

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