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Quando il jazz non ha confini. Mario Meets Jazz al Quirinetta

Parte subito con una scarica di energia la serata di Mario Venuti al Teatro Quirinetta di Roma, esordendo dalle note di una sensuale Drive my car che appagano subito gli spettatori impazienti. Il cantautore siciliano presenta il suo nuovo ambizioso progetto Mario Meets Jazz, che prova a trasformare canzoni della tradizione e brani squisitamente pop in chiave jazz. E l’esperimento sembra essere pienamente riuscito. Sul palco con lui gli Urban Fabula, formazione giovane, ma assolutamente affiatata, Seby Burgio al piano, Alberto Fidone al basso e Peppe Tringali alla batteria.
Le note jazz dei tre musicisti accompagnano in modo perfetto la voce suadente e così caratteristica di Venuti, stendendogli quasi un “tappeto sonoro” come lui stesso lo ha definito. La serata continua all’insegna di brani scritti dal cantautore come Crudele presentata a Sanremo nel 2004 e due brani raccolti nell’album del 2012 L’ultimo romantico, Rosa Porporina e Quello che ci manca, che ne rispecchiano l’animo delicato e poetico. Ma i rimandi sono tanti a cominciare da Bruno Martino, con la sua splendida Estate, Umberto Bindi, con una morbida versione di Il nostro concerto, per arrivare poi a Jimmy Fontana con il suo storico brano Il mondo.
Venuti ci stupisce ancora con una serie di brani da lui composti, reinterpretati su note jazz con l’aiuto degli Urban Fabula, tra questi A ferro e fuoco e Veramente, ma quella che il pubblico sembra apprezzare maggiormente è la nuova versione di Un altro posto nel mondo. I rimandi continuano, è la volta del grande compositore statunitense Cole Porter, di cui Venuti reinterpreta la sua più famosa Night and day e propone una versione di Ev’ry Time We Say Goodbye. La meravigliosa performance termina, dopo quasi due ore, con il singolo Fortuna del 1994 e forse uno dei brani più belli da lui scritto Mai come ieri, cantato da sempre insieme a Carmen Consoli. E per la buonanotte il compito è affidato a Bindi, dal quale Venuti prende in prestito una soave Arrivederci per salutare il suo pubblico.
di Marina Capasso
 

Foto di Luigi Marino (www.wabimedia.biz)

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