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Pompei, arrivano ispettori dell'Unesco. Pronto un piano straordinario per una Soprintendenza autonoma

Pompei, Domus dei gladiatori dopo il crollo

Di Valentino Salvatore

Muro dopo muro, l’antica Pompei pare prossima a sbriciolarsi a causa dell’incuria e degli interventi inefficaci  o del disinteresse di coloro che ne avevano in carico la gestione. La tragica eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., di cui ci narrò Plinio il Giovane, segnò la fine dell’antica città, la seppellì di ceneri e lapilli,  il tempo si fermò in quell’istante, però quella sospensione aveva  consentito di preservarne l’integrità, quella di una testimonianza irripetibile della civiltà romana di duemila anni fa.

Venne riportata alla luce intorno alla metà del Settecento, grazie agli scavi fortemente voluti  da re Carlo di Borbone. E’ oggi considerato il secondo sito archeologico più visitato al mondo, dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Ma da anni si registrano incuria e scarsa manutenzione, un immenso e inestimabile patrimonio, ma precario, troppo complesso da gestire. Mentre i fondi vengono tagliati ed in passato sono stati usati in maniera che definiremo poco lungimirante, si assottigliano le fila di tecnici e archeologi, sempre più insufficienti ad arginare l’usura delle rovine e a garantirne la conservazione. Vengono mosse critiche anche sull’uso preferenziale di tecnologie moderne, come ruspe e martelli pneumatici, che mettono a dura prova la stabilità di strutture già precarie. Tutto questo si traduce in un lento e inarrestabile degrado, con l’erba che piano piano conquista gli spazi e i mosaici che si disfano.

Il 6 novembre la Schola Armaturarum Juventutis Pompeianae, si suppone sia stata una sorta di palestra utilizzata per la preparazione atletica dei gladiatori, è collassata divenendo un cumulo di macerie. Fu portata parzialmente alla luce negli anni ’20, tra i tesori riscoperti da Vittorio Spinazzola lungo la Via dell’Abbondanza. All’interno, sono stati trovati affreschi con soggetti militari e persino antiche armature, ancora riposte negli scaffali. La Domus dei gladiatori tra l’altro era stata colpita da un bombardamento degli Alleati nel 1943 e quindi in gran parte ricostruita.

Purtroppo è di questi giorni la notizia di nuovi crolli che stavolta riguardano   un muro perimetrale della nota Casa del Moralista. Sebbene il danno non sia grave, ad essere a rischio, stando ai dati forniti dall’architetto Antonio Irlando (responsabile dell’Osservatorio Patrimonio Culturale), ”sono  l’80 % delle insulae di Pompei’.

L’architetto casertano Mariano Nuzzo, ricercatore della Sapienza a Roma, specializzato in Restauro dei Beni Architettonici e del Paesaggio, ha informato  con una lettera la Soprintendente di Napoli e Pompei, Jeannette Papadopoulos di essere in grado di fornire , attraverso il canale della sua  associazione  “volontari specializzati, da coordinare eventualmente, per un rapido lavoro di ricognizione dell’intero sito di Pompei, in maniera del tutto gratuita”. Intanto non cessano  di giungere, con il passare delle ore nuovi segnali che non fanno altro che aumentare i timori che il destino dell’antica città sia ormai segnato e che il nostro sia quello di assistere alla sua disfatta senza poterlo impedire. A cedere anche la parete di un piccolo ambiente della Casa del Lupanare Piccolo e ad un altro muro divisorio di Opus incertum, lungo via Stabiana.

La pioggia incessante che queste settimane colpisce la zona, come mai era accaduto da diversi anni, dà filo da torcere alla  malta romana, che sembra aver ormai perso resistenza e consistenza e che avrebbe dovuto essere rinforzata con opere di manutenzione ordinaria proprio onde evitare i rovinosi crolli degli ultimi tempi. La Soprintendenza però invita ad evitare allarmismi, parla di episodi trascurabili che non intaccano il patrimonio artistico. D’altronde sebbene siano state evidenti le inefficienze degli interventi del ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi per la cura e la tutela del sito archeologico bisogna ammettere che il disastro in atto è la somma di una decennale storia di trascuratezza, miopia culturale, irresponsabilità politica, addebitabile soprattutto alle amministrazioni locali.

Come tristemente accade in Italia, tutti sembrano interessarsi in maniera febbrile a certe questioni solo a disastro avvenuto. Tutti si sbracciano solo ora in proclami per la difesa della cultura, tanto da far sorgere il sospetto che si tratti di un’ennesima speculazione politica. Intanto sono da poco sbarcati in Italia gli ispettori dell’Unesco, proprio per monitorare l’area archeologica  e per valutare anche eventuali provvedimenti contro l’Italia in caso di mancati interventi di recupero a tutela del sito.

Il Governo dal canto suo fa sapere che la Soprintendenza autonoma di Pompei ritornerà ad avere poteri più incisivi e che sarebbe previsto un piano straordinario che il ministro Bondi presenterà nel corso del prossimo Consiglio dei ministri, in cui verrà incluso anche un  aumento di personale tecnico e  l’invio immediato  sul sito di archeologi, architetti e operai specializzati per realizzare tutti gli interventi d’emergenza necessari. Questa la decisione presa a seguito dell’incontro  tra il ministro, il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro e il presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro.

“E stata unanimemente condivisa la necessità di affrontare immediatamente le criticità connesse al sito archeologico di Pompei, adottando quanto prima, anche con provvedimenti d’urgenza, misure per il recupero del patrimonio archeologico, che il ministro presenterà in uno dei prossimi Consigli dei Ministri” fanno sapere dal ministero. “In particolare verrà ricostituita la Soprintendenza autonoma di Pompei ed il Soprintendente dovrà essere dotato di poteri più incisivi per la tutela del sito”.  Aspetto che forse susciterà polemiche la decisione di “proseguire gli studi per la costituzione di un’eventuale Fondazione, strumento essenziale per l’apporto di capitali privati”.

La speranza quantomeno è che tutta questa visibilità internazionale – sebbene non così gradita, sospettiamo – si traduca in prese di posizione chiare da parte del mondo della politica. A scongiurare che questi  non siano davvero gli ultimi giorni di Pompei.

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