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Caro Ruskin. Venezia tra realtà e fantasia in una docu-fiction

Cosa succederebbe se lo spirito di John Ruskin si manifestasse in un caffè di Venezia? La docu-fiction Caro Ruskin di Marco Agostinelli e Andrea Liuzza, ce lo racconta tra realtà e fantasia.
La storia parte dall’arrivo di Iris (Iris Peynado) in città. E’ un’editrice straniera, giunta in laguna per curare la nuova edizione de Le pietre di Venezia, opera miliare dell’esteta romantico John Ruskin. Dopo essersi imbattuta nello spirito di Ruskin in persona (Christian Renzicchi) Iris si lascia accompagnare da questa guida speciale alla scoperta di Venezia. I due insieme visitano gli undici Musei veneziani, rievocando ombre e magnificenze della Serenissima, alla ricerca della ‘vera’ Venezia: dagli splendori del Medioevo ai fasti del Rinascimento, dalle follie del Settecento alla caduta in età Napoleonica, fino al presente.
La storia di questo viaggio surreale e poetico, si confonde tra realtà e immaginazione con un finale ovviamente a sorpresa, che però reca chiaro il suo messaggio: conoscere Venezia, alla fine, significa in qualche modo saperla sognare.
Il film, che ha avuto una prima sessione di riprese dal 9 al 20 maggio e ne avrà una seconda probabilmente a giugno, nasce dalla collaborazione tra MAAP – The art of filming art e MUVE – Fondazione Musei Civici di Venezia. Proprio qui, nell’eccezionale cornice architettonica dei musei cittadini, si è potuta ambientare la storia, riprendendo il prezioso patrimonio artistico in essi contenuto.
E’ così possibile vedere i porticati gotici e le sale rinascimentali di Palazzo Ducale, le sale settecentesche di Ca’ Rezzonico, gli interni liberty di Palazzo Fortuny, per non parlare dei capolavori di Bellini, Tintoretto, Canova, Rodin, Klimt e dei manufatti in vetro o merletto: sono questi i protagonisti, insieme ai personaggi, del documentario.
Ma a comparire nel film (oltre a sostenere il progetto cinematografico) ci sono anche altri luoghi simbolo di Venezia come il Caffé Florian, l’Hotel Danieli, l’Hotel La Calcina, l’Atelier di costumi Nicolao, Venetia Studium, Zora Gallery e lo IED.
Caro Ruskin si avvale di un cast ridotto, ma di tutto rispetto che vede oltre all’attore e voce narrante in numerosi documentari Christian Renzicchi, l’attrice cinematografica, televisiva e teatrale Iris Peynado che recitò al fianco di Roberto Benigni e Massimo Troisi in Non ci resta che piangere nel 1984.
Due i registi impegnati in questo lavoro, entrambi specializzati nel documentario d’arte. Marco Agostinelli ha presentato i suoi lavori al XVII Festival del Cinema di Montreaux, al Locarno Film Festival e presso istituzioni come il Centre Pompidou, la National Gallery di Washingotn, la New York University e ha fondato nel 2013 MAAP – The art of filming art insieme ad Andrea Liuzza, già autore di apprezzati videoclip, che con Caro Ruskin esordisce, oltre che come regista di lungometraggio, anche come autore della sceneggiatura, direttore della fotografia e della post-produzione.
Andrea Liuzza ci ha spiegato come è nato questo film: “Da circa un anno e mezzo si parlava coi Musei Civici di un documentario in cui protagonista fosse Iris Peynado. Inizialmente era una studiosa in visita a Venezia che scriveva delle lettere raccontando il suo viaggio. Il suo destinatario ideale divenne ben presto John Ruskin. Da lì a introdurre Ruskin in persona e trasformare il tutto in un film il passo fu breve… Io e Marco Agostinelli trovammo che era una chiave magnifica per drammatizzare le idee che volevamo mettere in campo. Così, coinvolto Christian Renzicchi, ho scritto questa sceneggiatura.”
Il film vuole dunque essere un’esperienza cinematografica capace, unendo alla fascinazione visiva del documentario il coinvolgimento emotivo della narrazione filmica, di raccontare la storia unica di Venezia.
di Caterina Ferruzzi

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