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Gran finale a Palazzo Venezia con Fresu, Di Bonaventura e Bardoscia

Termina la rassegna Il Giardino Ritrovato a Palazzo Venezia, un’iniziativa che è riuscita a ridare luce ad una location nel cuore di Roma, chiusa al pubblico ormai da anni, restituendo all’arte un ruolo centrale, in una cornice quasi incantata. A chiudere la rassegna, ieri sera, un duo d’eccezione che lavora insieme ormai da svariati anni e dalla cui collaborazione sono nati numerosi progetti come Mistico Mediterraneo, disco pubblicato nel 2011 dall’etichetta tedesca ECM e In Maggiore del 2015 che da nome alla serata stessa. Paolo Fresu, tromba e filicorno e Daniele di Bonaventura, bandoneon, ci hanno incantato con atmosfere oniriche e suggestive, proponendo brani della tradizione come O que será e Non ti scordar di me, ma anche brani di propria composizione come S’inguldu del 2012 e una versione di Calmo, suonato in movimento tra il pubblico. A completare lo splendido dialogo del duo, un ospite speciale, il talentuoso contrabbassista Marco Bardoscia che esordisce con la sua Ninna Nanna per la piccola Sara per poi continuare con brani riarrangiati tratti dal Laudario di Cortona della seconda metà del XIII secolo, che esprimono al massimo la vena poetica dei tre artisti e la costante voglia dello stesso Fresu di ricerca e sperimentazione. Ma il viaggio continua, un viaggio tra i continenti che approda fino in Sudamerica, in Cile per la precisione, con un brano che è divenuto una sorte di inno nazionale laico e popolare, El Pueblo Unido Jamas Sera Vencido che, vista la valenza e la carica emotiva ad esso legato, gli artisti scelgono di riproporre alla fine di ogni loro concerto.
Il trio è sicuramente riuscito nell’intento di catturarci e trascinarci in mondi lontani, attraverso la loro esclusiva energia narrativa.
di Marina Capasso

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