di Stefania Taruffi
Il nuovo romanzo di Marco Rossi Lecce, “Gli anni confusi”, è stato presentato presso il Wine bar Camponeschi di Roma, noto da anni per gli aperitivi d’arte, organizzati ogni giovedì da Umberto Scrocca con la collaborazione del noto critico d’arte Achille Bonito Oliva.
Fulvio Abbate ha presentato l’autore e il contenuto del libro ed è seguita la proiezione del booktrailer, realizzato da LoVenomous Pictures.
Coniugando il linguaggio del trailer cinematografico con la formula dello spot pubblicitario, il booktrailer costituisce un nuovo modo di conoscere e scegliere i libri.
Il video ideato da Raffaella Barbieri, diretto da Tommaso Ceruso e interpretato da Karen Natasja Wikstrand, rielabora in immagini temi e situazioni contenute all’interno del romanzo di Marco Rossi Lecce. “Gli anni confusi” è un libro che parla di sesso in maniera esplicita, ma mai volgare e racconta la scoperta del corpo da parte delle donne, la conquista della libertà sessuale, l’autocoscienza dei gruppi femministi, il movimento studentesco e le manifestazioni di piazza. Trasformando le linee in bianco e nero della parola scritta in luce, colore e suono, il booktrailer ricrea l’atmosfera dei difficili anni Settanta, quando l’ideologia mutava prepotentemente in lotta politica e questa in slogan, si scontrava con le idiosincrasie della pratica politica, ma soprattutto faceva i conti con le personali aspettative e fragilità.
Marco Rossi Lecce si forma nell’ambiente artistico romano e nel 1979 fonda l’Archivio del pittore futurista Carlo Erba (prozio da parte materna), di cui è tuttora il responsabile. Tale archivio rappresenta una delle poche raccolte dettagliate e attendibili esistenti nel mondo e testimonia le attività e alcune realtà inedite di alcuni futuristi e il loro contesto personale. Dal 1980 al 2010 dirige a Roma una propria galleria d’arte (Altri Lavori In Corso, già Il Campo), specializzata sulla giovane ricerca e le ultime tendenze. Dal 2007 si occupa di letteratura erotica, pubblicando on line numerosi racconti sul sito Eroxè (www.eroxe.it), con lo pseudonimo Redlec e con il racconto “L’odore del mirto” è tra i finalisti del concorso letterario Oxè Award 2008. Nello stesso anno è autore del documentario “Sulle Tracce Del Futurismo”, coprodotto dall’Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione del Comune di Roma e presentato in occasione del Centenario del futurismo.
E ora il nuovo romanzo: ”Ho cominciato a scriverlo per caso, in un pomeriggio tranquillo in galleria” -ci racconta l’autore- “in esso c’è il mio passato, gli amici, la vita che facevo in quegli anni”. Ambientato negli anni ’70 ’80, il racconto è dunque autobiografico e descrive la suggestione di un passato amoroso e sessuale che si mescola con il periodo storico, ben descritto da ‘dentro’, dal contesto sociale e umano rappresentato dalle persone che l’hanno animato. I personaggi ci raccontano, attraverso le loro storie, le proprie aspettative sociali e personali, i problemi, le abitudini dei giovani di quell’epoca, nel contesto urbano del quartiere ‘storico’ di Trastevere, che in quegli anni era considerato un’area ‘libera’, creativa, di raccordo cultural – mondano fra i giovani. Dal libro di Marco Rossi Lecce emerge inoltre il cambiamento radicale che in quegli anni avviene nel mondo femminile, prima relegato ad un ruolo passivo. Emerge la nuova figura femminile alla ricerca della propria identità, soprattutto sessuale, che voleva avvicinarsi al mondo maschile, quasi rappresentandolo e a volte lasciandolo basito ai margini di un nuovo modo di vivere la sessualità femminile.
Come ha scritto del romanzo Cristiana Rumori: ”L’uomo e la donna provano a guardarsi a distanza, cercano di capirsi nel profondo, accettando la gioia del desiderio che va oltre il pensiero monogamo e sperimentando una nuova e più libera idea d’Amore. Si spingeranno oltre, fino a toccare con mano il dolore e il coraggio di chi sceglie di percorrere una strada diversa”.
Grazie Stefania, molto bella la tua recensione, dettagliata, puntuale e scritta benissimo. Complimenti!
Saluti cari
Marco