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La La Land, il musical romantico di Chazelle

“Un altro giorno di sole” si intitola il motivetto musicale accattivante ed intrigante che ci accompagna per tutto il film: ballato in autostrada, strimpellato al piano, ripreso in stile jazz, orchestrato con violini. La cosa più bella del film, insieme ad un paio di altre canzoni. Quindi complimenti all’autore della colonna sonora Justin Hurwitz.
Per quanto riguarda il giovane regista Damien Chazelle, credo che avendo intuito di avere tra le mani una ottima soundtrack, ha avuto l’abilità di sfruttarla al massimo ampliando di molto la parte cantata e ballata del film, facendolo diventare un musical.
Il film procede per blocchi: una prima parte molto movimentata da canzoni, coreografie e duetti; poi, nella parte centrale, il film scorre via tranquillo: riusciamo a mettere a fuoco la love story-quattrostagioni dei due bei giovani losangelini, Emma Stone e Ryan Gosling. Gran sognatori, decisi a lottare perché le loro ambizioni professionali possano realizzarsi e poi tutto finirà tra e sotto le stelle di Los Angeles. Bella dunque la musica ma per nulla eccezionali gli inserti coreografici di cui è costellato il film, a partire dalla sequenza iniziale tanto decantata dai critici, in cui ben sessanta ballerini intruppati in un immenso ingorgo si mettono a ballare sul tetto delle auto, roba vista e rivista in centinaia di spot pubblicitari, tipo la Gomma del Ponte. O anche quello in cui il nostro Gosling si mette a ballare al tramonto sul molo di L.A, con una coppia di pensionati neri: sembra invitarli a sottoscrivere un abbonamento alla ADSL veloce. Per concludere con lo spot del caffè quando i due bei giovani salgono tra le nuvole a cercare San Pietro.
Dicono i critici che nel film di Chazelle c’è un filo di nostalgia per il mondo di Holliwood degli anni ’50. E’ vero, a me il film a fatto ricordare che la Stone è molto somigliante alla nostra brava Rita Pavone anni ’60. Andatevi a rivedere su YouTube come la nostra Pel di carota sapeva reggere la scena cantando e ballando. Ma soprattutto l’inizio di La La Land mi ha ricordato quello di Otto e Mezzo in cui il nostro Marcello Mastroianni abbandonava l’ingorgo mettendosi a volare ed il nostro Nino Rota iniziava la sua indimenticabile marcetta. Quanta nostalgia.

di Antonio Ruggiero
La La Land, Damien Chazelle, 2017

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