Segnala un evento
HomeLibriL'elogio dell’odio di Cesare Ferri

L'elogio dell’odio di Cesare Ferri

di Lorenzo Stella

Edoardo Regis – il protagonista del romanzo di Cesare Ferri, Effetto domino,(edizioni Settimo Sigillo, pagine 142,  15 euro) – esordisce manifestando appieno il sentimento che al giorno d’oggi sembra più “impresentabile”: l’odio. In una gaudente località balneare, in un pomeriggio nel pieno fulgore dell’estate, un temporale. Edoardo guarda il cozzare delle nubi, il vento che increspa le onde, il lampo che va a scaricarsi al largo, il rombo del tuono, lo scrosciare della pioggia. E sente di gran lunga più attraente l’odio dell’amore. Perché, a differenza dell’amore, è sempre tremendamente, travolgentemente autentico. Eraclito lo aveva già compreso. Ma la mediocrità non può contemplare l’odio in quanto, se non sei in grado di dominarlo, invece di annientare il nemico, ottiene l’effetto opposto: distruggere chi lo prova e innalzare colui verso il quale era primariamente diretto.

Insomma, l’odio è come la nitroglicerina. Occorre saperlo manipolare. L’odio è pericoloso, è per le anime nobili e ardimentose, non è per i meschini. I pusillanimi, al massimo, sono capaci di provare invidia, rancore, risentimento, malanimo. L’arma del vile è la maldicenza, quella del forte è l’odio. Proprio per tale motivo Edoardo decide che d’ora in poi sarà proprio l’odio la cifra della sua esistenza, già da tempo segnata da una profonda avversione nei confronti del prossimo. I vicini d’ombrellone, ad esempio, gli ominidi che affollano le roventi spiagge agostane, un’orgia di fantasmini, pinocchietti, topless, ciabatte e infradito, epidermidi sudate, “maniglie dell’amore”, siliconi e balconcini. L’odio di Edoardo, però, fa un salto di qualità. Lui adesso non detesta più solo il vicino, ma l’umanità intera, l’universo mondo. Consapevole che l’odio esige l’azione, brama di uccidere. Ma, una volta smaltito il momentaneo trip d’euforia, il senso di straniamento, subisce un’improvvisa recrudescenza.

Il disagio, il tarlo dell’inadeguatezza, l’avversione, l’odio, sbattuti fuori dai precordi del conscio tramite l’insolita “terapia”dell’omicidio, rientrano rapidamente e inaspettatamente ad affacciarsi con inaudita violenza nei recessi dell’inconscio.

SCRIVI UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento!
Inserisci il tuo nome

- Advertisment -

più popolari