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Santa o eretica? Rita Coruzzi ci racconta Giovanna D’Arco

di Stefania Taruffi
Giovanna D’Arco: Santa o eretica? Eroina o millantatrice?
E’ stato presentato il 20 settembre a Reggio Emilia presso la Libreria all’Arco, il nuovo romanzo storico di Rita Coruzzi, “L’eretica di Dio”, edito da PIEMME e dedicato alla famosa eroina francese Giovanna D’Arco.
Ha presentato il libro il Vescovo di Reggio Emilia-Guastalla Mons. Massimo Camisasca figura empatica, molto cara alla giovane scrittrice. Di lui Rita dice: “C’è stata subito molta empatia tra noi, fin dal suo ingresso in diocesi e questa empatia ha avuto modo di trasformarsi in affetto e stima reciproca, dato che abbiamo in comune gli interessi della lettura, scrittura e cultura, che tutti e due promoviamo allo scopo di divulgare la fede e l’importanza della vita”.
Presente anche l’attrice Maria Antonietta Centoducati che ha interpretato alcuni brani del romanzo.
La narrazione della breve e intensa vita di Giovanna d’Arco, bruciata come eretica e successivamente dichiarata santa dalla chiesa, si snoda attraverso i fatti storici e gli avvenimenti realmente accaduti, intrecciandosi con il carattere e la personalità di una giovane che ancora oggi, dopo secoli, suscita perplessità e curiosità. Giovanna viene descritta in tutta la sua umanità e fragilità, delineandone gli aspetti più diversi, come la femminilità sempre presente nonostante gli abiti e gli atteggiamenti maschili, la fede fortissima ma anche la ricorrente fragilità, i dubbi, gli smarrimenti, il coraggio, la spavalderia, la dolcezza e i timori. Questo mosaico di sentimenti ed emozioni che palpitano nel cuore di una ragazza che a soli 19 anni è stata bruciata sul rogo, ne rendono la figura umana e vicina, nonostante una vita sicuramente eccezionale, quanto breve. Giovanna è una giovane che ha fatto della propria vita un esempio di fede e coraggio, nonostante le tante difficoltà, e che ci indica una strada da percorrere: non quella del martirio, che è solo di pochi, ma quella di chi crede fermamente nel Signore e da Lui si lascia guidare.
E il parallelo con l’autrice nasce spontaneo. Riesce facile intuire che Rita sia rimasta affascinata profondamente dalla figura di Giovanna D’Arco. Con lei ha in comune la grande forza interiore, la volontà di lottare e la profonda fede. Una fede perduta e poi ritrovata, più forte che mai. Una fede che nasce dal dolore ma che si fonda non già sulla rassegnazione, ma sulla lotta: una lotta per la Vita, per valorizzarla ad ogni costo, per dargli un senso. E se c’è una cosa che questa giovane scrittrice lascia impressa sono proprio i valori del coraggio e della forza d’animo, che dimostrano che anche chi è più sfortunato e porta una croce in questa vita, riesca comunque a vivere una vita felice, seguendo le proprie inclinazioni e passioni, fino alla piena realizzazione di sé.
Anche Rita Coruzzi ha una croce, la sua è una menomazione fisica che l’ha portata su una sedia a rotelle. La sua di storia, è di profondo dolore ma anche di grande speranza e di esempio per chi è nelle sue stesse condizioni. Così si racconta: ”Non è facile spiegare in poche parole chi sono. Vorrei raccontarvi le mie gioie, i miei dolori, i desideri, i rimpianti, i sogni. Potrei dire che sono una ragazza come tante altre, ma non è così. Allora cercherò di mostrarmi nel modo più semplice: raccontando la mia storia dall’inizio. Era una fredda e piovosa mattina, quella del 2 giugno 1986, quando io volli nascere a tutti i costi anche se era ancora troppo presto; la mamma era ricoverata in ospedale già da tre giorni e i medici cercavano di fermare le contrazioni, ma evidentemente io avevo già molta fretta. E questa è la prima cosa: io ho sempre fretta di fare tutto subito. Da questa nascita prematura sono venuti i primi problemi, accresciuti in seguito dalla lussazione all’anca dovuta a mancanza dell’acetabolo.
Non riuscivo a camminare come gli altri bambini, le mie gambe non ne volevano sapere di stare in piedi, e tutto il corpo era debole e fragile, ma la mamma non si è mai arresa, e non ha permesso che lo facessi nemmeno io. Questa è la seconda cosa: non arrendersi mai.
Ho fatto per anni fisioterapia, con sforzi e sacrifici enormi per una bambina; a volte piangevo per il dolore e la stanchezza, ma continuavo a tenere duro, stringevo i denti e andavo avanti con gli esercizi. Questo mi ha fortificato grandemente il carattere, anche se mi ha tolto forse parte della mia infanzia. Dopo alcuni interventi chirurgici finalizzati a risolvere la lussazione dell’anca, ho subito la terribile delusione dell’insuccesso che mi ha costretto ad usare la sedia a rotelle, dovendo evitare di caricare il peso sulle anche. Questa è la terza cosa: accettare la nuova condizione.
Non è stato facile, né indolore, ma era necessario che riuscissi ad accettare questa situazione se volevo continuare a vivere, ma erano andate in crisi tutte le mie certezze e il mondo mi era crollato addosso. Un giorno ero in macchina con la mamma e le ho chiesto: “Mamma, perché Dio mi ha abbandonato?” Lei mi diede una risposta che mi ha salvato: “Dio non ti ha abbandonato, se ti è accaduto questo significa che Lui ha progetti per te sulla carrozzina, gli servi così.” Questa frase mi aperse gli occhi a una nuova prospettiva, e anche ad una nuova fede. Questa è la quarta cosa: avere fede e credere che Dio fa sempre il meglio per noi.
Da allora ho cominciato a vivere, per questo dico sempre che per me quello è stato il momento della mia rinascita. E in questa nuova vita ciò che desidero maggiormente è vivere ogni momento totalmente, in modo assoluto e profondo, come se fosse l’ultimo. Adesso mi piace la mia vita, e sono soddisfatta di quello che ho raggiunto, e spero di poter arrivare alle mete che mi sono prefissata. Il mio sogno è diventare giornalista e scrittrice. Vorrei comunicare a tutte le persone che la vita può essere bella in qualsiasi situazione ci si trovi, basta solo trovare la forza di accettarla così com’è
”.
Più che raccontarvi il libro, che spero leggerete perché molto bello, ho voluto raccontarvi ‘Rita’, la sua di storia. Una ragazza che comunque fino ad oggi, grazie alla sua caparbietà ha già realizzato in breve tempo molto più di quanto una persona ‘sana’ a volte riesca a realizzare in un’intera vita: numerose partecipazioni a convegni, trasmissioni televisive in Rai e Mediaset, la pubblicazione di 11 libri e numerosi racconti. Ma soprattutto Rita, un po’ come l’eroina francese di cui oggi si è parlato, si è affidata ad una mano superiore, lasciandosi accompagnare in quanto di più sacro esista: la vita, per farne il suo capolavoro.
“L’eretica di Dio” – edizioni Piemme (pag. 387 € 18,50 – ISBN 978-88-566-6085-2).

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