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“La Famiglia Adolescente”: diventare Adulti al tempo dei Social Media

L’età dell’Adolescenza è un periodo cruciale per la vita dell’uomo: è l’età dell’opposizione alla figura dei genitori, che fino a quel momento, sono stati per il figlio i pilastri necessari per la sopravvivenza. Si tratta di un’opposizione che deve potersi esprimere per dare forma concreta all’Identità Adulta dell’individuo. Nell’Era Digitale odierna, tuttavia, la Famiglia stessa subisce profondi cambiamenti e i Social Media vengono investiti di ruoli troppo spesso inadatti. 

di Francesca Ungaro
E’ del 2015 l’uscita del libro “La Famiglia Adolescente” di Massimo Ammaniti, professore onorario dell’Università “La Sapienza” di Roma, psicoanalista dell’International Psychoanalytical Association. Anche a distanza di tempo, il tema trattato dal noto studioso – che è stato anche membro del Board of Directors della World Association of Infant Mental Health – rimane più che attuale.
Essere genitori al tempo dei Social Media è sempre più complesso, in particolar modo durante l’adolescenza dei figli. Età difficile da gestire per gli adulti, età faticosissima da superare per i giovani.
È l’età dell’opposizione, del “no” sempre e comunque detto, a prescindere da quello che realmente si pensa. Un “no” forte, urlato dentro e fuori di sé, che rappresenta l’unica possibilità che ha il figlio di delineare, costruire e rafforzare la propria personale identità.
 
È purtroppo noto che l’impossibilità o l’incapacità di superare l’età adolescenziale comporta successivamente nell’individuo squilibri più o meno gravi. Semplicemente perché non si è potuto realizzare il giusto e sano distacco dall’identità dei genitori. Il giovane individuo continuerà, quindi, la sua crescita verso l’età adulta senza avere le armi psicologiche per farlo, camminando su di un equilibrio impossibile da mantenere. Non superare l’adolescenza comporta sensi di colpa, frustrazioni, forti instabilità psichiche ogni volta che ci si distacca, anche solo nei propri interiori pensieri, dalla famiglia originaria di appartenenza. Come se, a diventare adulti davvero, si tradisca chi ci ha messi al mondo.
Massimo Ammaniti, nel suo libro, sottolinea quanto questo eterno dilemma acquisisca caratteristiche ancora più gravi e difficili da gestire proprio ai giorni d’oggi, nell’era digitale e della comunicazione sui Social Media.
<<Genitori che faticano a diventare adulti, figli che faticano a crescere. Un universo vischioso in cui nessuno vuole emanciparsi>>.
Esattamente come se le generazioni non si riconoscessero più. Le prime cause di questo pericoloso cambiamento familiare sono indubbiamente la riduzione della natalità e l’aumento dell’età media in cui si diventa genitori. Si accorciano le distanze. Si assottigliano sempre di più le differenze comportamentali: i confini del mondo genitoriale sfumano e i genitori stessi rimangono adolescenti.

Come può succedere?

Se l’adolescenza permette la costruzione di una personale autonomia – pur con vere e proprie sofferenze sia per i figli che per i genitori – oggi figli e genitori sono sempre più legati da un rapporto simile all’amicizia, una relazione d’intimità e di reciproca condivisione di comportamenti che avvicina, ma al tempo stesso rende rischiosamente inafferrabile e confusa la distinzione generazionale. Se l’autorevolezza dei genitori viene a mancare, ecco che i figli non possono più contare su quei pilastri esistenziali a cui ribellarsi per distinguersi. Distinguersi seguendo un percorso di crescita sano, dove esistano punti fermi e conquiste sicure.
Il genitore che non vuole crescere è causa di tutto questo? Secondo Ammaniti, sì.
<<L’adolescenza dei figli avviene quando i genitori si avvicinano ai 50 anni e la crisi del genitore si interseca con quelle del figlio. Nelle famiglie adolescenti, di conseguenza, il tasso di insicurezza è fortemente aumentato. Anche perché gli ultimi decenni hanno via via smantellato i modelli educativi di riferimento>>.
La conseguenza inevitabile è che i genitori di oggi sono frequentemente insicuri, in crisi d’identità, e cercano conferme di sé stessi proprio nei figli. Un netto ribaltamento dei ruoli che porta alla definizione di “famiglia liquida”.
Continua Ammaniti: <<Non sono più soltanto i figli ad aver bisogno della legittimazione dei genitori, ma sono anche i genitori ad avere bisogno delle conferme dei figli. È come se il riconoscimento e il valore stesso del ruolo genitoriale dipendessero in misura importante dall’approvazione filiale. E questo provoca un rapporto rovesciato: si alimenta, nei casi più complicati, un rapporto di sudditanza nei confronti dei figli>>.
Famiglia Adolescente nell'era dei social media

“L’adolescenza è una malattia normale, il problema è dei genitori e della società: sono abbastanza sani da poterla sopportare?” Donald Winnicott

In questa situazione famigliare, sono proprio i Social Media a venire in soccorso ai figli. La necessaria rivoluzione interiore dell’adolescenza si svolge sulle piattaforme del Web, non potendo più avvenire nel rapporto diretto con i genitori. Rischio e beneficio, perché sappiamo ormai tutti che i Social Media necessitano di un’educazione digitale accurata per poter essere usati al meglio.
Pur essendo puramente strumento di comunicazione, la Rete assume il ruolo della famiglia: diventa quel luogo dove gli adolescenti si incontrano e scontrano, si confrontano per riconoscere progressivamente la personale identità, affidando ai Social Media i tormenti della loro difficile età.
Certo, i conflitti dentro le mura di casa sono diminuiti esponenzialmente.
Genitori e figli, sempre più simili e accomunati dalla stessa necessità di conferme e dagli stessi desideri di rivalsa, smettono di litigare tra di loro.
Il pericolo maggiore diventa, a questo punto, la perdita dell’età della responsabilità. In uno scenario in cui sia genitori che figli sono alla ricerca costante – entrambi – della realizzazione di sé stessi, <<padri e madri faticano a fare i genitori e, al pari dei loro figli, arretrano dinanzi alle responsabilità>>. Il senso di responsabilità e la realizzazione di sé stessi vengono delegate proprio alla Rete, a quelle piattaforme di Social Media in cui si rimane sempre più connessi, iperconnessi, alla ricerca di risposte esistenziali non certo facili da trovare nella comunicazione esclusivamente digitale.

I Social Media divengono, dunque, spesso l’unica possibilità per cercare conferme, confini, immagini riflesse di sé.
Concludendo, Ammaniti sostiene che <<la soluzione non quella di tornare indietro. E’ necessario cambiare marcia, non confondere l’autorità con l’autoritarismo. Non si tratta di ricreare vecchie barriere, ma di capire che la separazione serve a salvaguardare le differenze che caratterizzano ogni essere umano>>.

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