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Mantenimento Diretto: il gruppo supera quota 15800 iscritti

“In questi giorni abbiamo superato la soglia di 15.800 iscritti. – dichiara Amedeo Paolucci, fondatore del Gruppo Mantenimento Diretto. “Continua l’inarrestabile crescita del gruppo, a dimostrazione di un’altissima attenzione per i temi trattati – spiega Paolucci – La “questione familiare”, perlopiù ignorata dai mass media nazionali (con rare eccezioni), trova la sua espressione nelle piazze virtuali della rete, luoghi di vera democrazia diretta, dove sta avvenendo la rivoluzione culturale che trasformerà il modo di separarsi e porre fine alle unioni, in presenza di figli minorenni, nel nostro paese. Se nei Tribunali la parola su come dovrà configurarsi la famiglia separata del futuro viene tolta ai veri protagonisti – i genitori e i figli – lasciandola ad avvocati, psicologi e giudici, tutte categorie che dal contenzioso giudiziario traggono importanti motivi di guadagno – i protagonisti, zittiti, qui la parola la riprendono, denunciando gli orrori di un sistema demenziale che diffonde disagio e dolore, lasciando vivere i nostri figli nel più penoso disorientamento al solo scopo di alimentare uno dei più ricchi business del secolo, quello della fabbrica dei divorzi.”
L’obiettivo del gruppo “Mantenimento Diretto, Movimento per l’Uguaglianza Genitoriale” è quindi quello di contribuire a promuovere una “rivoluzione copernicana” nel modo di pensare la separazione, ponendo al centro il bambino e il suo diritto alla salute.  Tutto ciò passa attraverso il riconoscimento di una sostanziale Uguaglianza Genitoriale e l’applicazione piena del principio del principio etico della bigenitorialita’ previsto dalla legge.Il gruppo, fondato nell’estate del 2015, è espressione della volontà da parte  di più  di 15.800 padri separati o in corso di separazione, ma spesso anche di nuove compagne, nonni,  parenti, o semplicemente “amanti del giusto e del vero”, di documentare e testimoniare, attraverso la raccolta di storie di vita, notizie, interventi, immagini e racconti, il sostanziale  fallimento della giustizia separativa in Italia, che manca  il suo principale obiettivo dichiarato: tutelare la salute e gli interessi dei figli minorenni delle coppie separate.Questo accade perché le attuali sentenze giudiziarie, ignorando le indicazioni che provengono dalla ricerca medico e scientifica, continuano ad applicare per i padri, in modo prevalente, il “modello del visitatore“: un padre su 3, dopo la separazione, perde completamente il contatto relazionale con i propri figli.Accade così che migliaia di bambini vivono, in Italia,  da orfani di padre vivo, con grave pregiudizio, come ha mostrato la ricerca scientifica,  per la loro salute e per il loro equilibrio psicofisico.
La magistratura italiana si rifiuta di recepire le indicazioni del Consiglio d’Europa e della Comunità scientifica internazionale, che invitano gli Stati ad applicare l’affido MATERIALMENTE condiviso e non solo LEGALMENTE condiviso, prevedendo tempi paritari di frequentazione dei figli con i loro genitori e l’impegno quotidiano di ciascuno dei due attraverso la predisposizione di “piani genitoriali” che prevedano un accudimento diretto del papà e della mamma, anche da separati.A favore dell’affido MATERIALMENTE condiviso e di un modello “a 2 case“, si è espresso anche l’Ordine nazionale degli psicologi che ha dichiarato come la salute dei bambini di coppie separate si garantisce con la frequenza assidua e quotidiana delle due case, quella di mamma e quella di papà, in modo che i figli si sentano a casa loro nell’una e nell’altra.Gli uomini separati invece vengono progressivamente marginalizzati non solo a causa di sentenze poco equilibrate e in gran parte contrarie agli interessi dei minori, ma anche, spessissimo, purtroppo, dal mobbing giudiziario agito dalle ex mogli, con larghissimo uso di false accuse di violenza in famiglia, accuse che quasi sempre si rivelano per quelle che sono (infondate) troppo tardi, quando il rapporto tra padre e figli è ormai compromesso da anni di mancata frequentazione.Queste accuse vengono mosse troppo spesso, purtroppo, con la complicità di avvocati compiacenti con lo scopo di allontanare il padre dai figli. Il fenomeno delle false accuse è purtroppo in rapido aumento. Al mobbing giudiziario che spesso assume la forma di una vera e propria persecuzione, si aggiunge per molti l’impoverimento economico, le difficoltà psicologiche di ristrutturare la propria esistenza e la paura di non riuscire a essere più padre.

   
 

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