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Ecologia del vivere: un 2011 pieno di speranza

di Stefania Taruffi

In un negozio riecheggiava la considerazione a voce alta di un uomo: “Non ho incontrato neanche una persona sorridente, tutti musi lunghi. Che tristezza, ma è Natale!!!!”. Mi sono soffermata un attimo a riflettere su questa frase e uscendo, ho cominciato a guardarmi in giro per cercare un sorriso felice. Il risultato è stato piuttosto deludente: nessun sorriso, solo facce scure e pensierose. Sguardi abbassati e passi veloci. Non è il tempo dei sorrisi il nostro. Da molti anni viviamo una recessione senza fine, mancano punti di riferimento sociali, politici e anche familiari. Sembra che tutto si voglia disgregare, famiglie, aziende, fatturati, valori. Tutto è fermo, bloccato, non solo l’economia. Non ci sono segnali di crescita, sviluppo e nemmeno obiettivi che ci diano la speranza di un miglioramento a breve-medio termine. La maggioranza delle persone non vive, sopravvive. Fa riflettere la recente notizia di Banca d’Italia che solo il 10% delle famiglie italiane detiene il 45% della ricchezza nazionale.

Molti perciò vorrebbero di più: in termini di possibilità di carriera, di miglioramento economico, di potere d’acquisto. Per non  parlare della salute, degli affetti duraturi e perché no, anche di divertimento. Forse non dovremmo attendere il miglioramento dal cielo,  ma diventare noi stessi più creativi: in un mondo buio e senza luce forse siamo noi che dovremmo riaccendere le candele della speranza. Se la vita non ci offre quello che desideriamo, dobbiamo imparare a costruircelo, con pazienza e umiltà. Dobbiamo porci obiettivi e lavorare con serietà e passione per raggiungerli. Prepariamo il nostro Piano previsionale 2011 per la nostra azienda-vita. Non ha senso porsi obiettivi impossibili e irraggiungibili, quelli sono chiamati sogni: teniamoli in un cassetto però, non si sa mai. Dobbiamo trovare il coraggio di uscire da questa dilagante passività in ogni campo e renderci parte attiva per il Cambiamento. Forse la chiave è proprio questa: “Trovare il coraggio del Cambiamento”, quale Mission di Vita.

Cominciando da noi stessi. Rinnovare le energie interiori, cercare nei lati oscuri del nostro carattere e quindi della nostra vita, ci aiuterà a identificare quello che non va, ciò che non ci piace. Rovistare nei meandri delle nostre esistenze con coraggio e audacia credo sia la strada migliore per identificare un orizzonte da raggiungere, un obiettivo che gli uomini di marketing definiscono Co.Mi.Co. (Concreto, misurabile,  compatibile), che è per ciascuno diverso. Poi occorre tenacia, audacia, lavoro sodo, perseveranza, pazienza, strategie per realizzarlo.

Ci sono cose difficili da cambiare, altre realizzabili, alcune impossibili e come disse saggiamente S. Francesco d’Assisi: “Cominciate col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile. E all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile”. Per fare questo ci vuole coraggio, ma anche speranza. E la speranza la troviamo in noi stessi, ma può anche esserci donata da situazioni felici e positive che ci attraversano la strada. Per trattenere la speranza dobbiamo impegnarci, affinché essa resti con noi a lungo, infondendoci energia e pensieri positivi. Purché ci impegniamo a farla rinascere anche al di fuori delle nostre quattro mura, del nostro ambito personale. Ad infonderla anche negli altri. Se ciascuno di noi s’impegnasse di più anche in ambito sociale, politico, civile, ambientale forse potremmo tutti contribuire a creare una speranza collettiva, un nuovo ideale comune che ci dia il coraggio di cambiare in positivo  la società, migliorandone gli aspetti negativi che tanto contribuiscono alla nostra insoddisfazione personale.

A tutti i lettori di Italiamagazine auguro un 2011 pieno di Speranza, ma anche di coraggio. Il coraggio del Cambiamento.

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