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Gustave Doré, tra cielo e terra, intimo e spettacolare

Minosse, Canto V, Inferno
di Lara Ferrara

Gustave Doré rimane il più illustre degli illustratori e alcune sue illustrazioni ,della Bibbia o dell’Inferno di Dante, resteranno per sempre impresse nella storia.
Subì ,come Edouard Manet ,suo esatto contemporaneo, il rifiuto della critica del suo tempo tuttavia, forte di una straordinaria diffusione sia in vita che dopo la morte.In Europa come negli Stati Uniti, Doré fu uno dei maggiori trasmettitori della cultura europea attraverso le illustrazioni dei grandi classici (Dante, Rabelais, Cervantes, La Fontaine, Milton…), ma anche di autori a lui contemporanei (Balzac, Gautier, Poe, Coleridge, Tennyson…).
Lo sua creatività senza limiti: disegnatore, caricaturista, illustratore, acquerellista, pittore, scultore… Doré si affermò come artista proteiforme nei maggiori generi e formati dell’epoca, dalla satira alla religione, dallo schizzo alle tele monumentali.
Oltre ad occupare un posto di primo piano nella cultura visiva del XIX secolo, egli segna l’immaginario del XX e quello di inizio XXI, tanto nel fumetto (di cui è considerato uno dei padri fondatori) quanto del campo cinematografico. Come nessun altro artista Doré adoperò le tecniche più disparate per mostrare ,attraverso il filtro del suo occhio visionario, uno spettacolo ricco e pullulante a tratti poetico…Frutto della sua immaginazione alla ricerca perenne di nuovi confini.

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