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Oggi si celebra la giornata internazionale delle persone con disabilità

di Lara Ferrara
Oggi si celebra la giornata internazionale delle persone con disabilità giornata che offre l’occasione per fare il punto delle attività e del forte impegno del governo in questo settore, a favore delle persone che sono in una situazione di particolare fragilità.
Avere accesso all’istruzione, alla salute, ai trasporti, al mondo del lavoro, partecipare alla vita sociale, muoversi senza ostacoli, avere una vita il più possibile indipendente. Questi sono i sacrosanti diritti delle persone con disabilità spesso ancora disattesi, nonostante siano sanciti dalla Convenzione delle Nazioni Unite del 2006, ratificata dal nostro Paese nel 2009.
L’intenzione è di sensibilizzare e promuovere i diritti e il benessere delle persone disabili, così da garantire un rapido cammino verso lo sviluppo inclusivo e sostenibile, attraverso l’eliminazione della disparità di genere, il potenziamento dei servizi educativi e sanitari e l’inclusione sociale, economica e politica di ogni cittadino: questo lo scopo della giornata internazionale delle persone con disabilità (3 dicembre), proclamata dall’Onu nel 1981 allo scopo di promuovere i diritti e il benessere dei disabili.
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Questa giornata è l’occasione per accendere un faro sui troppi ostacoli che impediscono una piena inclusione nella società è la giornata internazionale delle persone con disabilità, che ricorre il 3 dicembre, indetta dall’assemblea dell’ONU nel 1992 proprio per promuovere i diritti e il benessere delle persone con disabilità in ogni aspetto della vita. Il tema scelto quest’anno è il coinvolgimento delle persone con disabilità nell’ottica di garantire l’inclusione e l’uguaglianza, come parte dell’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, che ha l’obiettivo di «non lasciare nessuno indietro». In occasione della giornata, il segretario generale delle Nazioni Unite presenterà il rapporto «Disabilità e sviluppo: la realizzazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile da, per e con le persone con disabilità», che fa il punto sulle disparità ancora esistenti ma anche sui progressi compiuti e le buone pratiche attuate nelle diverse zone del mondo.
Parlando della situazione italiana, secondo l’Istat, nel nostro Paese sono circa 4 milioni e mezzo le persone con disabilità. Di queste, 2 milioni e 600 mila hanno un’età superiore a 65 anni, una persona su tre vive da sola, quindi con maggior rischio di vulnerabilità in quanto non può contare sull’aiuto di un familiare. Sono «dati molto preoccupanti», secondo gli esperti dell’Osservatorio Nazionale della Salute nelle Regioni Italiane, che opera all’interno di Vihtali, spin off dell’Università Cattolica a Roma. Il problema più grave è la perdita di autonomia: tra le persone con più di 75 anni, una su cinque ha gravi difficoltà in almeno un’attività quotidiana, una persona ultracinquantenne su dieci non è autonoma nell’uso del telefono, nel prendere le medicine o nel gestire le proprie risorse economiche. Oltre una persona su quattro non è in grado di prepararsi i pasti, fare la spesa o svolgere le attività domestiche. Quasi un persona su quattro ha gravi problemi di mobilità, non riesce a camminare o a salire le scale, il 5,3 per cento non riesce a sentire e il 6,6 per cento non vede.

Quello che serve è un cambiamento culturale; «Nel nostro Paese siamo ancora lontani da una cultura della disabilità che sia inclusiva in tutti gli ambiti della vita, è la società stessa che ci rende disabili, non lo siamo noi – sottolinea Francesco Mercurio, presidente del Comitato delle Persone sordocieche della Lega del Filo d’Oro -. Tutto può essere normale e auspico un giorno che ovunque, nelle case, negli edifici, per le strade, in Tv e sui giornali, siano già inclusi e previsti gli ausili e gli accorgimenti che garantiscono la piena fruibilità e accessibilità anche alle persone con disabilità fisiche e sensoriali. Nessuno oggi entrando in una casa, si chiede se c’è l’acqua o la corrente elettrica, lo diamo tutti per scontato. Vorrei che questo avvenisse anche per le rampe di accesso agli edifici, per i segnali sonori agli attraversamenti per strada e per la lingua dei segni nei programmi tv, così da diventare una cosa del tutto normale».

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