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Dal Baco del Millennio al tablet PC: un decennio di evoluzioni tecnologiche

Di Paolo Cappelli

Quelli di noi che hanno vissuto il passaggio tra il secondo e il terzo millennio avendo già raggiunto l’età della ragione, ricorderanno le aspettative e la frenesia in attesa di quel momento. Sebbene molti dei produttori e dei sistemisti si fossero mossi con notevole anticipo rispetto al fatidico momento, ci furono diverse voci allarmiste che paventarono un blocco di tutti i sistemi informaticidelmondo. Oggi sappiamo che la lungimiranza ha pagato. L’industria tecnologica ha capitalizzato le conoscenze maturate in quasi dieci lustri di evoluzione nel secolo scorso. Queste conoscenze, saldamente nelle mani delle maggiori aziende del settore, erano peròtroppo spesso frenate da limiti produttivi: la mancanza di alcuni tasselli nello sviluppo di prodotti studiati nei minimi dettagli ne ha impedito la produzione e commercializzazione su ampia scala. Alcuni chiari esempi sono i televisori ad alta definizione, la cui componentistica interna era già definita da tempo, ma la carenza dei relativi schermi a prezzi commercialmente accettabili non ha consentito che raggiungessero gli scaffali. Discorso simile anche per prodotti di altro tipo, come i sempre più diffusi lettori di e-book di dimensioni ridotte e con prestazioni accettabili. Gli attuali livelli di miniaturizzazione, resi possibili dalle moderne tecnologie di incisione del silicio, sarebbero stati impensabili 10 anni fa. Parallelamente, si è assistito alla nascita e alla diffusione di nuove tecnologie nate apparentemente dal nulla. Negli anni si contano migliaia di nuove “invenzioni”, nate per rispondere a specifiche esigenze e non come evoluzione o miglioramento di una tecnologia precedente. Fino a qualche anno fa, infatti, era impensabile navigare in internet dal cellulare, capire dove fossimo usando strumenti diversi dalla semplice cartina geografica, tenersi in contatto con amici e conoscenti in ogni istante e l’elenco potrebbe continuare. Ma c’è di più. L’evoluzione in campo tecnologico non solo sembra essere inarrestabile, ma pare abbia anche accelerato. Alcune tecnologie che diamo ormai per scontate sono approdate sul mercato in tempi recentissimi, ma hanno avuto un impatto tale da renderle ormai di uso comune. C’è chi dice persino che le macchine fotografiche digitali, così come i netbook, siano dispositivi già concettualmente obsoleti, al punto da essere sostituibili da un cellulare o da un tablet.

Uno sguardo più attento ad alcune di queste conquiste ci farà capire quanto poco è passato tra l’affermazione e l’obsolescenza.
Anno 2000: debutta in Italia la tecnologia ADSL, un tipo di collegamento che relega alla preistoria le linee dial-up e ISDN (rispettivamente a velocità di 56 e 128 Kb/s), superando i limiti del collegamento telefonico puro. Costosissimi i primi abbonamenti (150mila lire al mese per scaricare a 640 Kb/s). Nonostante tutto, la copertura del territorio non è ancora completa: l’ADSL non ha raggiunto alcune zone meno densamente popolate, anche nell’immediata periferia delle grandi città, che oggi sono servite, invece, da collegamenti a 20 Mb/s.
Anno 2001: è l’anno dell’iPod targato Apple. La musica non è solo portatile (cosa che era possibile già prima con altri lettori mp3), ma raggiunge l’utente attraverso una specifica interfaccia (iTunes) e trasforma il mercato della musica dando un serio colpo alla pirateria: un album costava 24mila lire in negozio, appena 14 online. Il processo non si è più arrestato da allora e le vendite del dispositivo, nelle varie versioni e tagli, ha raggiunto la ragguardevole cifra di 260 milioni di unità. Ciò consente agli utenti di disporre di raccolte musicali di qualche gigabyte, gran parte delle quali sono sempre disponibili nel piccolo lettore. Dal punto di vista prettamente informatico, Microsoft pubblica Windows Xp, mentre sul mercato iniziano a circolare le pen drive USB.
Anno 2002: la posta elettronica diventa mobile. RIM (Research in Motion) è una società che commercializza un nuovo tipo di cellulare (il Blackberry) in grado di ricevere, tramite un sistema proprietario di server, la posta elettronica in modalità push (ovvero consegnata sul dispositivo del possessore senza che questo si trovi costretto a consultare periodicamente la propria casella). I moderni smartphone non sono che una conseguenza di un’intuizione del periodo, che immagino di riunire in un unico apparecchio le potenzialità della rete cellulare e instradarvi anche questo tipo di dati.
Anno 2003: il segmento degli utenti che opera in mobilità, prevalentemente per motivi di lavoro, ricorderà certamente quest’anno per l’introduzione dei primi notebook equipaggiati con un nuovo tipo di processore, il Centrino di Intel, cui si è accompagnata l’introduzione della connettività wireless. I computer portatili consentivano, a quel punto, di operare veramente in mobilità e di connettersi alla rete in qualsiasi punto ci si trovasse a patto che ci fosse campo o un segnale wi-fi.
Anno 2004: da questo anno in poi, è ufficialmente proibito dire “mi sono perso”. Mentre prima si poteva applicare la “regola del buon uomo” (ovvero avvicinarsi al primo villico e dire “scusi, buon uomo, dove mi trovo?”), dalla presentazione dei navigatori satellitari per la grande utenza da parte di TomTom in poi non c’è più stato spazio per le scuse. Il microchip che riceve i satelliti è oggi integrato in molti dispositivi, ad esempio gli smartphone, permettendo così di definire, in ogni istante, non solo la propria posizione, ma di registrarla, ad esempio, anche in una foto. Sul web nasce Mozilla Firefox, ad oggi il maggior concorrente di Internet Explorer di Microsoft.
Anno 2005: l’espressione web 2.0 indica, a grandi linee, una rete telematica i cui contenuti vengono creati dagli utenti per gli utenti stessi. Se ne inizia a sentir parlare proprio in quest’anno, con la nascita di YouTube, sito che raccoglie video autoprodotti e condivisi. Nasce la figura del “prosumer” (parola composta da producer e consumer), ovvero di colui il quale crea i contenuti e ne fruisce. Grande l’impatto sulla diffusione mediatica: artisti musicali emergenti, piccole realtà aziendali, narcisisti, riescono a raggiungere il grande pubblico in maniera immediata. Inizia la commercializzazione dei primi televisori LCD ad alta definizione con prezzi inferiori ai mille euro.
Anno 2006: inizia l’era Facebook ad opera di Mark Zuckemberg, giovane studente presso l’università di Harvard. Il suo progetto iniziale, nato due anni prima per collegare gli studenti di alcune università americane, viene esportato su internet e spopola: in poco tempo diviene il secondo sito più visitato dopo il motore di ricerca di Google. Si calcola che circa il 40% degli utenti di internet abbia un profilo su Facebook. Nintendo inventa un nuovo modo di giocare: tramite la sua console Wii, l’interazione con il videogioco non è più soltanto legata a una tastiera o a un joypad.
Anno 2007: lo smartphone, prima sinonimo di quella che si usa chiamare la “clientela business”, passa di mano e diviene un oggetto a portata di tutti grazie ad Apple, che lancia l’iPhone. La connettività a internet da telefonino, prima privilegio di pochi, diviene abbordabile grazie a piani tariffari specificatamente studiati per questo tipo di dispositivi. La reattività del sistema multitouch è rimasta ineguagliata per almeno tre anni, un’eternità in questo campo, salvo poi iniziare a competere con i primi terminali basati su Android. Il secondo punto di forza di iPhone sono le applicazioni, o “app”, che rendono lo scaricamento e l’installazione di nuove funzioni di una semplicità disarmante. Sono bastati poco più di 9 mesi perché le app scaricate raggiungessero quota 1 miliardo (!).
Anno 2008: cade la “o”, sposta la “e”: da notebook a netbook. In realtà, questa metamorfosi è qualcosa in più che un semplicegiochino in stile Settimana Enigmistica. L’uso del notebook è prevalentemente limitato alla gestione di file tramite Word, Excel o applicativi aziendali non particolarmente affamati di risorse. Con l’avvento di un nuovo processore a bassissimo consumo, l’Atom, nasce un nuovo tipo di computer portatile: leggero, piccolo, economico, orientato al collegamento in rete e a un uso non intensivo, che oggi è stato migliorato ed è in grado di offrire grafica ad alta definizione.
Anno 2009: è l’anno della terza dimensione. La visione con gli occhialini di cartone che hanno una lente verde e una rossa ha già superato il decennio, ma è nel 2009 che avviene il salto di qualità in termini di diffusione. Tre sono gli ambiti interessati: quello dei videogiochi, quello cinematografico e quello domestico relativo ai televisori. Grazie alle innovazioni recenti e ai forti investimenti da parte dei maggiori attori nel settore, si prefigura l’eliminazione di uno dei dispositivi allo stesso tempo più necessari e fastidiosi: gli occhialini.
Anno 2010: eccoci all’anno appena concluso, che ha visto, senza alcun dubbio, l’affermazione di un nuovo tipo di dispositivo: il tablet. E se fino a questo momento tablet era sinonimo di iPad, le cose stanno già cambiando. Da aprile 2010 sono stati venduti un iPad ogni 2 secondi e non c’è da stupirsi: la tavoletta delle meraviglia permette di navigare in internet, mandare e ricevere e-mail, accedere a contenuti multimediali, leggere libri, ecc., tutto nello stesso dispositivo e con un’interfaccia semplice e intuitiva. Proprio sul segmento dei tablet si combatterà la nuova sfida tecnologica del decennio appena iniziato.

Tra le società che in questo senso hanno fatto la parte del leone c’è sicuramente da citare Apple. L’azienda, nonostante tutte le opinioni contrarie, e tra quelle che nel tempo ha sempre cercato di innovare il più possibile, gettando le basi per nuove generazioni di dispositivi, che hanno spinto tutti i concorrenti alla rincorsa, nel tentativo di offrire qualcosa di analogo. C’è da scommettere che, almeno fino alla scoperta e alla commercializzazione di un dispositivo concettualmente nuovo, continuerà l’utilizzo nomadico dei prodotti tecnologici un tempo fissi e inamovibili. Tuttavia, considerata la celerità delle innovazioni, il risultato degli sviluppi che stiamo osservando è, al momento, decisamente imprevedibile.

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