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Augusto de' Villa "defunto in vita" ,fondatore della Cairologia de’Villaniana.

di Lara Ferrara
Vorrei esordire con “Augusto de’Villa,poeta e autore e bla, bla, bla…”
Ma non vi è certezza più reale che quella della sua morte. Si avete capito bene miei cari lettori. Quando ho conosciuto Augusto siamo “morti” in una forma di sentimento di odio/amore che non si può spiegare, qualcosa che ti fa sentire bene mentre stai male e viceversa.
Non c’è nessun legame di sangue e forse ,se ci pensiamo bene, non ci sono ne interessi ne fini.
Il nostro è un odio/amore ben assortito.
La vita è la morte della vita della morte. Da questo presupposto è nata la mia intervista ad Augusto de’Villa, fondatore dell’identità cairologica. Quindi non potevo che iniziare e finire in due tempi, due domande, due fasi…

Lara Ferrara : Augusto de’Villa? Parlami della tue morte.
Augusto de’Villa:” Abitiamo attimi di perdute possibilità; vorremmo, senza sosta alcuna,dimenticar l’avvenire arcano e lustrar le suole della nostra greve ma breve esistenza. La Vita, corre verso una Morte incondizionata, portando in se l’idea assoluta di fine, rincarando la dose massiccia della nostra inveterata caducità.Esistono grandi uomini decisi a decodificar la propria esistenza per donarne la finitezza alle genti; esistono grandi uomini pronti a riappacificarsi con la
propria esistenza.
Il TEMPO CAIROLOGICO è il tempo che ognuno di noi si auto-impone, è un tempo indimenticabile, è un tempo dimenticato dai più, è quel tempo che ridona veemenza all’esistenza di ogni essere umano, è un tempo disposto a seguirti, a
sedurti, mio simile. Ho imposto alla mia vita un fine tempo, per imporre allastessa, un tempo di bellezza e grandiosità infinite; voglio seguire illimitatamente ogni foglia che lascia il ramo della vita, per innamorarsi irrevocabilmente della Madre Terra; voglio smettere d’aver il timore del Tutto e rifugiarmi in un Nulla funesto, in un Nulla io medesimo; voglio perdermi nella notte più buia, nell’abbandono, come necessità d’ogni filosofia poetica che si rispetti; intendo ubriacarmi col mio stesso sangue e mostrare al mondo che si tratta di “sang réal”; voglio uccidere ogni mio tempo, e aver modo di viverlo all’infinito. I prossimi trentuno anni, voleranno via come ricordi dimentichi,
poiché sarà impossibile dimenticarsi dei prossimi trentuno anni; i prossimi attimi, già saranno conditi di voluttuose responsabilità, verso la vita, verso la morte stessa che tenuemente attende la mia fine… Ecco, ecco il suono antico
della dea Vittoria, ecco l’idillio pacificatore della vita che rincuora i suoi figli devoti; ecco l’amore, la Natura (altamente cairologica), la spuma del mare che bagna i miei piedi di fanciullo, ecco la vittoria d’un uomo malato che rifiorisce sorridendo alla vita; ecco la vittoria alata che s’aleggia fra le pieghe del mondo, mentre tutti i mondi possibili si piegano all’amore. Il tempo sfugge dalle membra di chi non sa che farsene e piega tutto e tutti a se stesso…a meno ché,noi non si voglia allungare le mani sul tempo, renderlo innocuo e porre sulla sua antica corazza i segni indelebili del nostro volere; un cairologico volere, appunto. Lascio, indi, che la vita mi lusinghi fino alla sua estinzione, disegnandone gli eterni limiti estemporanei e accarezzando la vita stessa con le piume dorate della Morte.
Scelgo di perdermi per sempre in una carezza chiamata Vita.”
Lara Ferrara: Chi sei tu?
Augusto de’Villa:”Chi sono?…
…fondatore della Cairologia de’Villaniana;
figlio d’un padre dimentico, padre d’un figlio mai nato, fanciullo dai natali
miracolosi, miracolato dalla Dea Ptosis e dall’idiosincrasia per la mediocrità;
esteta, letterato, poeta, filosofo, iconoclasta, mentore di se stesso, padrone dei
propri silenzi, innamorato della vita, sacrificato a essa.
Questo mi sono, almeno nell’attimo cairologico più colmo, affinché ogni attimo
vissuto nella pienezza del proprio tempo non termini mai di sussistere.
Chi sono stato ancora non so…
Chi io sarò già fu detto…
Ciò ch’io sono, mai più sarò.”
È questo è tutto e niente
Ai posteri…

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