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L'idea di ucciderti di Giancarlo Marinelli – Al Teatro Ghione di Roma, dal 22 gennaio al 11 marzo 2019

di Lara Ferrara
L’idea di ucciderti di Giancarlo Marinelli.
Una mise teatrale dall’atmosfera pittorica dove gli stati umani in ogni loro forma, sia fisica che mentale, vengono interpretati attraverso un brillante contrasto di luci ed ombre in grado di esaltare la drammaticità delle scene.
In un realismo di grande profondità umana, dove ha il sopravvento un dialogo crudo ed essenziale.
Modulazione di sussurri e grida… Momenti di lirico intimismo e realismo tagliente che traghettano le emozioni del pubblico verso l’apoteosi di un cuore di uomo che si spezza. Tratto da una storia vera.
Il cast artistico: Fabio Sartor, Caterina Murino e con Paolo Lorimer, Francesco Maccarinelli, Francesca Annunziata e la partecipazione straordinaria di Paila Pavese. Scene: Lisa De Benedittis. Luci: Luca Palmieri. Regia: Giancarlo Marinelli.
“Mi sono ispirato a una storia vera. Vera non nella tragedia qui scritta. Ma nei presupposti che avrebbero potuto condurre a quella tragedia. Nella realtà nessuno ha ucciso nessuno. Almeno non fisicamente. E però, fuori da ogni ipocrisia, lo devo ammettere: ascoltando chi me l’ha raccontata, per un attimo, mi è balenato lo spettro. Che è il titolo di questo lavoro. L’idea di uccidere. Sono un uomo “femminista” dalla nascita: adoro le donne; mi sveglio la mattina, per incontrare una donna; scrivo e dirigo pensando sempre alle donne. Non ho mai alzato un dito contro una donna. E mai lo farò. Eppure, immedesimandomi nel protagonista di questa storia, quello spettro è affiorato. Capiterà anche al pubblico che assisterà allo spettacolo. E mi odierà, e si odierà per questo.
In verità, non intendevo scrivere un testo sul “femminicidio” al contrario, o, peggio, sul “maschicidio”. Volevo raccontare una storia sull’amore come arma di distruzione di massa. Sull’amore come trappola mortale. Sull’amore che dovrebbe essere la negazione di ogni luogo comune. E che invece diventa il più comunemente letale dei luoghi comuni.
Volevo mettere in scena una storia capace di spaventare il pubblico come quando si legge in un giornale di una possibile epidemia, di un virus che potrebbe colpire tutti: “E se capitasse anche a me?”.
La risposta non c’è. Non può esserci. Ché il Teatro non si occupa mai del vaccino. Ma solo del contagio.”
Giancarlo Marinelli

Info: http://www.teatroghione.it/

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