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Il nome della rosa: in tv il capolavoro di Umberto Eco

Grande successo per la prima puntata della fiction Il Nome della Rosa, diretta dal regista Giacomo Battiato. Ispirata al celebre romanzo di Umberto Eco, pubblicato per la prima volta nel 1980, questa fiction tanto attesa va in onda il lunedì come conferma il sito programmitv.com.
Il regista si è avvalso della collaborazione di Umberto Eco, poco tempo prima della sua morte. La nuova serie tv prevede inizialmente 10 episodi, che sono poi stati ridotti a 8, così com’è confermato dai vertici Rai durante il MIPCOM. Le puntate, della durata di circa 50 minuti, prevedono un cast di livello internazionale. 
Protagonista della serie nei panni di Guglielmo da Baskerville è John Turturro mentre Rupert Everett sarà l’antagonista Bernardo Gui. Tra i personaggi della serie ci sarà anche Damian Hardung nel ruolo del novizio Adso da Melk, il giovane discepolo di Guglielmo ed ancora Michael Emerson, nel ruolo di Abbone da Fossanova.
La lista degli attori che sono nel cast non è finita: James Cosmo, Sebastian Kock, Richard Sammel, Piotr Adamczyk ma non solo, ci saranno anche tanti attori italiani che porteranno alta la bandiera. Stefano Fresi, Fabrizio Bentivoglio, Alessio Boni e Greta Scarano sono stati scelti per interpretare alcuni personaggi nella serie sceneggiata dallo stesso Umberto Eco che, quando era ancora in vita, è riuscito a supervisionare il lavoro di Andrea Porporati e Nigel Williams.
Trattandosi di un adattamento televisivo del celebre romanzo di Umberto Eco, la serie riserva molte sorprese. Il romanzo è basato su un espediente letterario, quello del ritrovamento di un vecchio manoscritto: ambientato verso la fine del 1327, racconta la storia del ritrovamento di un vecchio romanzo che ha per protagonista l’ormai anziano monaco Adso da Melk, che decide di raccontare le sue avventure giovanili.
Questa, in particolare, racconta della sua esperienza da novizio al fianco del maestro Guglielmo da Baskerville che, in un monastero benedettino dell’Italia Settentrionale, si trova invischiato in una serie di brutali omicidi.
Il romanzo è articolato nell’arco di sette giornate scandite dai ritmi della vita monastica, basata sulle ore della preghiera e del ritiro spirituale. Lo stile di Umberto Eco ha fatto sì che il suo romanzo d’esordio, vincitore del Premio Strega nel 1981 e inserito da Le Monde nella classifica del 100 libri più belli del secolo, fosse una commistione di generi: non è un semplice giallo storico, ma al suo interno contiene interessanti digressioni filosofiche, religiose e morali.
La prima si è aperta con la voce narrante di un Adso da Melk ormai vecchio e con il relativo racconto della sua storia da novizio che si ribella al padre, barone tedesco al seguito dell’Imperatore, che lo vuole soldato, e del suo incontro con Guglielmo da Baskerville, il frate francescano colto e intelligente, diretto verso un’abbazia benedettina sulle Alpi, per rappresentare il suo Ordine e mediare la disputa sul ruolo della Chiesa tra la delegazione del Papa francese Giovanni XXII e quella dei dotti francescani accusati di voler destituire il potere temporale della Chiesa.  
 
 

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