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Si ritorna a parlare di web tax, "colpita" anche l'Italia

Il Segretario al Tesoro americano Steven Mnuchin torna a parlare della “web tax” a Davos, dove è in corso il World Economic Forum, Mnuchin ha affermato “avremo conversazioni private su questo tema”, aggiungendo che il Presidente Trump intende parlare anche con il Premier inglese Boris Johnson come fatto con Macron.
Una posizione più blanda rispetto a quella emersa ieri in un’intervista al Wall Street Journal, dove il Segretario USA minacciava la possibilità di dazi su regno uniti e Italia.
Quindi il presidente francese, Emmanuel Macron, e il presidente americano, Donald Trump, hanno concordato in un colloquio telefonico avvenuto domenica sera il “cessate il fuoco” fino alla fine dell’anno. La Francia ha fatto concessioni per evitare l’imposizione di dazi da parte di Washington e l’inizio di una guerra commerciale transatlantica. Andiamo per gradi.
Trump ha parlato con Macron, scrive la Casa Bianca in una nota, e i due “hanno concordato che è importante portare a termine con successo i negoziati sull’imposta sui servizi digitali”.
La Francia “accomodante” con gli Usa per tenere a bada i bollenti spiriti di Trump, ha concesso un certo numero di concessioni, ha raccontato in diretta in una trasmissione televisiva il ministro francese delle Finanze, Bruno Le Maire.
Ha poi aggiunto: “Siamo pronti a compiere alcuni passi nella direzione degli Stati Uniti.Non nasconderò che questo è molto difficile. È uno dei negoziati più difficili che ho condotto. È tutt’altro che vinto”, ha detto il ministro, che in questi mesi ha avuto intense discussioni con il segretario al Tesoro americano Steven Mnuchin.
La Francia ha promesso di sospendere tutti i pagamenti della Digital tax approvata nei mesi scorsi, in attesa che sia raggiunto un accordo sul regime fiscale digitale in seno all’Ocse.
Parigi ha introdotto una aliquota del 3% sulle entrate di aziende tecnologiche in Francia da attività quali pubblicità mirate e gestione di piattaforme di commercio elettronico.
Questa una tassa sul digitale che però, non piace agli Stati Uniti, che affermano che l’imposta discrimina “ingiustamente” le società tecnologiche statunitensi, tra cui Google e Amazon. Di conseguenza, Washington ha minacciato di imporre dazi su 2,4 miliardi di dollari di beni francesi, già a partire da questo mese se Parigi non dovesse arretrare.
Si arriverà dunque ad un accordo?
Difficile da dire, non è la prima volta che si cerca una soluzione condivisa. Come ricorda il Financial Times, infatti, Francia e Stati Uniti sono stati impegnati in colloqui guidati dall’Ocse per dare vita a regole globali per la tassazione digitale. L’amministrazione Trump, però, si è opposta ad alcuni aspetti del possibile accordo, sostenendo che qualsiasi impegno da parte delle società statunitensi dovrebbe essere volontario piuttosto obbligatorio.
Intanto dazi anche per l’Italia.
Mentre Francia ed usa siglano la tregua, nuove minacce arrivano contro Italia e Regno Unito, che starebbero adottando piani fiscali digitali simili a quelli di Parigi. Se Italia e Regno Unito introdurranno la web tax, gli Usa tasseranno i loro prodotti, ha avvertito Mnuchin in un’intervista al Wall Street Journal, sostenendo che Washington avrà “conversazioni simili” a quelle avute con Parigi anche con Roma e Londra.
Ma in verità le relazioni commerciali tra Europa e Stati Uniti sono già in bilico a causa della della decisione dell’America di introdurre tariffe sui metalli europei, delle minacce di imporre misure punitive sulle importazioni automobilistiche e della decisione di procedere con prelievi su 7,5 miliardi di dollari di beni dell’UE in relazione a un OMC sulla controversia Boeing-Airbus.

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