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Gauguin, Matisse, Chagall: dai musei vaticani al museo diocesano di Milano

Dal 21 febbraio al 17 maggio 2020, Gauguin, Matisse, Chagall al Museo Diocesano Carlo Maria Martini di Milano che ospita una selezione di capolavori del XIX e XX secolo, proveniente dalla Collezione di Arte Contemporanea dei Musei Vaticani.
La mostra, curata da Micol Forti, responsabile della Collezione d’Arte Contemporanea dei Musei Vaticani e da Nadia Righi, direttrice del Museo Diocesano, con il patrocinio della Regione Lombardia, del Comune di Milano, dell’Arcidiocesi di Milano, segna un nuovo capitolo nella collaborazione tra le due istituzioni, iniziata nel 2018 con l’esposizione Gaetano Previati. La Passione, che proponeva un nucleo di opere sacre dell’artista provenienti da entrambi i musei.
Un passaggio di grazia tra il XIX e XX secolo e nel drammatico periodo delle due guerre mondiali dove le culture e le arti che si svilupparono in Francia, crearono un vivo dibattito di confronto tra arte e fede. La diversità degli approcci e delle prospettive, delle sensibilità e degli interessi, da parte dei tanti artisti che si sono confrontati con i temi religiosi, definisce un tessuto variegato, nel quale le storie della Passione, il dolore e la morte, il mistero del sacrificio e della redenzione, sono stati presi in carico e restituiti con autentica partecipazione e sincera emozione.
Iniziativa che offre spunti di riflessione sulla Passione e sulla Resurrezione di Cristo, e nel contempo sul delicato e fertile rapporto fra modernità e tradizione nell’arte sacra tra fine Ottocento e Novecento. Gli oltre 20 capolavori di artisti quali Paul Gauguin, Auguste Rodin, Marc Chagall, Maurice Denis, Henri Matisse, Georges Rouault, sono stati scelti nel ricco nucleo di arte francese presente nella Collezione di Arte Contemporanea dei Musei Vaticani, voluta fin dal 1964 da papa Paolo VI. In quell’anno papa Montini incontra in Cappella Sistina gli artisti, da lui stesso definiti “custodi della bellezza del mondo”, per riallacciare lo storico legame tra Chiesa e contemporaneità.
Tutto ruota attorno ai temi della Passione, del Sacrificio e della Speranza, interpretati dagli artisti con una capacità di visione potentemente innovativa e attuale; le opere sono esposte in quattro ambienti, corrispondenti ad altrettanti nuclei tematici, che dall’Annunciazione conducono il pubblico fino alla Resurrezione di Cristo.
L’arte e il misterioso processo della creazione dove Paolo VI riconosceva “una capacità prodigiosa di esprimere, oltre l’autentico, il religioso, il divino, il cristiano”, ovvero la possibilità di farsi tramite e incarnazione dell’invisibile, di ciò che non si può afferrare solo con la razionalità.
Così nasce la prima raccolta di novecento opere di autori contemporanei provenienti da diversi ambiti geografici e culturali.
La Francia era la nazione con la collezione più ricca e preziosa in virtù dei nomi degli artisti e delle opere selezionate; con il paese transalpino Montini aveva avuto un rapporto privilegiato grazie a importanti amicizie, come quella con Jacques e Raïssa Maritain, Jean Guitton, e a numerose frequentazioni artistiche con Georges Rouault, Marc Chagall, Gino Severini, Maurice Denis, Alexandre Cingria, come anche con Jean Cocteau e con l’ambiente surrealista.
Foto copertina articolo:
Georges Rouault (Paris 1871 – 1958), Christ et Larron, 1930, dalla serie Miserere, tavola respinta, acquatinta, puntasecca, raschietto, brunitoio e rotella su héliogravure; © Governatorato SCV Direzione dei Musei

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