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Roma: il suo anniversario festeggiato al Teatro dell'Opera

Roma si presenta più bella che mai per il suo 150° anniversario come Capitale d’Italia nonché, definita storicamente, la città Caput Mundi culla del grande impero romano, artefice dei destini dei popoli, punto di riferimento di ogni attività economica, politica e commerciale ma soprattutto sede per eccellenza dell’arte e della cultura che nei secoli l’hanno resa una delle mete di potere più ambite. L’anniversario è stato celebrato in uno dei luoghi più simbolici della Capitale, il Teatro dell’Opera: 1.600 posti che a partire dall’auditorio a forma di “U” davanti al palcoscenico, si estendono verso l’alto su quattro livelli lungo l’ordine dei balconcini che sembrano formare un semi anello intorno alla scena principale su cui sono puntati gli occhi di ogni singolo spettatore; tra i nobili colori che caratterizzano il teatro, il bordeaux dei rivestimenti e le rifiniture rigorosamente in oro, fino a raggiungere il soffitto dove, ad incantare lo sguardo, è il lampadario più grande d’Europa con sei metri di diametro, tre metri e mezzo di altezza, tre tonnellate di peso, trentasei metricubi di volume e 27.000 cristalli prismatici di Boemia. Ogni particolare è curato nel minimo dettaglio. In alto al centro dei numerosi balconcini l’entrata dell’Ospite d’onore della cerimonia, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Lo spettacolo ha inizio con l’esibizione della Banda interforze dell’Esercito dell’inno d’Italia per poi lasciare spazio all’entrata del Sindaco di Roma Virginia Raggi che ha omaggiato così la città “Il 3 febbraio del 1871 Roma è stata indicata come sede delle principali Istituzioni del neonato Stato unitario. La città- straordinaria per storia e per valori culturali e religiosi- si è posta al servizio di tutti.  […] Roma è una città accogliente, internazionale. Una città aperta a tutti! E lo sarà sempre! Celebrare questo anniversario vuol dire prepararsi con entusiasmo alle prossime sfide. E aprire questa nuova fase proprio dal Teatro dell’Opera di Roma, luogo di cultura, è il più bell’augurio che facciamo alla città e all’Italia.” In perfetta alchimia con l’atmosfera, a seguire, l’orchestra si è dilettata nell’esecuzione del “Guglielmo Tell” di Rossini ed alcune delle musiche più belle che il maestro Nino Rota ha scritto per i film di Federico Fellini e che riportano alla memoria le più grandi celebrazioni artistiche e cinematografiche di Roma, passando dalla figura del grande Pasolini, il quale ne ha mostrato ogni luce e ombra, fino all’Oscar per “La Grande Bellezza” di Sorrentino; l’anima di Roma scorre tra le note degli strumenti che rimandano alla sua Maestosità, alla bellezza più pura, ad un amore che lega tutti i suoi cittadini, alla grandezza delle sue opere e alla fierezza di essere discendenti e protagonisti del più grande impero della storia.
Emblematico l’intervento di Gigi Proietti, stella della commedia italiana dall’accento romano, che ha voluto sottolineare la fortuna di essere figlio della Capitale, definita come ancora “giovane” e a cui dedica l’augurio per eccellenza della giovinezza “c’hai ancora tutto davanti a te” con la speranza, in ogni caso, che il passato sia servito da insegnamento per un futuro ancora più glorioso; ed aggiunge “Vorrei che Roma cominci ad essere un po’ più amata da tutti gli italiani, ma anche da noi romani, spesso non l’amiamo a sufficienza” aprendo così le porte ad uno spunto di riflessione per ognuno di noi, che spesso, forse, mentre camminiamo sulle Sue strade dovremmo sollevare lo sguardo. Ed ecco qui che alzandosi in piedi, di fronte al suo pubblico e al Presidente, dopo aver recitato “Il giudizio universale” di Gioacchino Belli, riporta le parole della “Ninna nanna della guerra” del poeta romano Trilussa, con cui ha voluto concludere il suo intervento:
“[…] Fa la ninna, cocco bello,
finchè dura sto macello:
fa la ninna, chè domani
rivedremo li sovrani
che se scambieno la stima
boni amichi come prima.
So cuggini e fra parenti
nun se fanno comprimenti:
torneranno più cordiali
li rapporti personali.
E riuniti fra de loro
senza l’ombra d’un rimorso,
ce faranno un ber discorso
su la Pace e sul Lavoro
pe quer popolo cojone
risparmiato dar cannone!”
Come si suol dire…A buon intenditor, poche parole.
Lo spettacolo prosegue e attraversa la chitarra di Paola Turci, con “Roma nun fa la stupida stasera”, Paolo Mieli, la voce di Andrea Bocelli, vanto della cultura italiana, e l’orchestra del Direttore Ezio Bosso meritatosi il lungo applauso dell’intero Teatro dell’Opera che chiude i sipari di questa magnifica giornata con “L’inno alla gioia” di Beethoven, a 250’anni dalla sua nascita, inno dell’Unione Europea.
Come disse un’altra icona della cultura italiana “Roma è un grande museo, un salotto da attraversare in punta di piedi” Alberto Sordi.
di Sara D’ambrosi

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