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Il metodo Stanislavskij e la banca dati mnemonica

La rivoluzione di Stanislavskij nasce dalla chiave di lettura mnemonica, primo grande sistema di riferimento esistenziale.
Infatti la sua teoria è che ognuno di noi abbia vissuto, durante la vita, vari tipi di esperienze eventi, gioie e dispiaceri che provocano delle reazioni emotive indelebili.
Il complesso di memorie, sentimenti e di emozioni rimane quindi memorizzato nel nostro subcosciente, anche se noi non ce ne rendiamo conto, in quelli che si chiamano “cassetti della memoria” ove vi sono immagazzinati miriadi di dati, di ricordi che al momento necessario saranno selezionati e riutilizzati, direttamente od indirettamente.
Questo è ciò che Stanislavskji definiva “reviviscenza”, cioè fare appello ai sentimenti e alle emozioni già vissute per farle rivivere. Ad esempio un attore, nell’approccio al personaggio, scorrerà con la memoria il film della propria vita per cercare sensazioni ed emozioni analoghe a quelle di questo personaggio per trasferirle in esso dandogli vita. Questo nel caso teatrale dove venranno riadattate alle circostanze della commedia o del dramma che si andrà ad interpretare. Nella vita reale si attiveranno automaticamente nei momenti analoghi già vissuti, come dei tasselli vitali che si inseriscono nel mosaico della vita.
Tutte le sensazioni, gli stati d’animo e le situazioni immagazzinate vissute realmente si adatteranno di volta in volta alla vita presente.
Questa altro non è che la prima grande banca dati mnemonica il cui fine è la
creazione di un personaggio realmente vivente.

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