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Napoli riparte dalle politiche giovanili

Di Francesca Mustilli

Si è svolto nel capoluogo partenopeo il Convegno Nazionale delle Politiche Giovanili, presso il Palazzo delle arti di Napoli (PAN), una tre giorni di incontri e scambio di esperienze tra giovani, amministratori pubblici ed operatori delle Politiche Giovanili provenienti dalle città italiane, insieme con gli attori del Piano Locale Giovani di Napoli, realizzato nell’ambito del PLG- Città Metropolitane, promosso e sostenuto dal Dipartimento della Gioventù- Presidenza del Consiglio dei Ministri, in collaborazione con l’Anci, Associazione Nazionale Comuni Italiani. Il convegno è il punto di arrivo di un progetto al quale, il Comune di Napoli, incollaborazione con l’Assessorato alle Politiche Giovanili, ha lavorato, con costanza, negli ultimi tre anni. Il progetto si propone, in linea con gli assi portanti della strategia di Lisbona, di cambiare la concezione di politiche giovanili come politiche orientate al contrasto o alla semplice prevenzione del disagio, per iniziare a considerare i giovani come una vera e propria risorsa su cui investire per fare sviluppo. Dal Trattato di Lisbona le Politiche Giovanili divengono l’asse portante delle politiche di sviluppo, di reale promozione delle risorse umane. Ed in Italia sono stati proprio i Comuni a concentrarsi maggiormente su questa, necessaria quanto difficoltosa, trasformazione. I comuni, difatti, con l’aiuto di alcune Regioni, si sono accollati sforzi organizzativi e finanziari, senza la partecipazione e l’aiuto di politiche nazionali. Il Comune di Napoli si è impegnato con dedizione ammirevole. La sua Amministrazione per più di tre anni, con la collaborazione della rete ITER ( associazione tra enti Locali e associazioni no-profit titolari di politiche giovanili pubbliche finalizzate alla ridefinizione/modernizzazione dei processi di inclusione dei giovani rispetto all’esercizio dei diritti sociali e di cittadinanza) ha dato vita alla prima sperimentazione di P.L.G. con risultati incoraggianti.

Ma cosa è in concreto il P.L.G.? E’ il tentativo, reale, di innovazione delle Politiche Giovanili. La necessità, concreta, di un cambio generazionale. L’ Assessore alle politiche sociali e Giovanili del Comune di Napoli, Giulio Riccio, mette in luce, durante la prima giornata dell’evento, quanto sia ormai, una piaga italiana, la disoccupazione giovanile. Quanto, i giovani, siano sfiduciati nei confronti delle istituzioni. Ormai il 75 % di questi ultimi si sente abbandonato e decide di lasciare il proprio paese alla ricerca di un futuro migliore, il futuro che ognuno merita. I ragazzi credono ancora di poter aspirare ad un futuro migliore, migliore  di quello che purtroppo, da troppi anni, offre il nostro paese.

Napoli, Piazza del Plebiscito

E allora cosa fare? Rinnovare ed innovare. Superare le politiche di semplice riparazione e ricreazione. Rispondere alla crisi attraverso lo sviluppo del capitale sociale e umano dei giovani italiani. Sostenere le politiche di investimento sociale, dell’autonomia e della fiducia. Sviluppare il protagonismo dei giovani. Le Politiche Giovanili devono essere politiche fatte da giovani per i giovani, devono essere Politiche che si sviluppano dal “basso”. Bisogna favorire l’accesso ai giovani all’interno dei processi decisionali, far guadagnare loro potere nei meccanismi istituzionali, per far si che diventino protagonisti attivi delle decisioni che li riguardano. Il Piano Locale Giovani deve essere l’incrocio tra tante politiche come quelle relative all’occupazione, alla mobilità, all’integrazione, all’inclusione sociale e culturale, alla comunicazione. Il ricambio non è fisiologico, è patologico. E fa vacillare una democrazia, che purtroppo, ai giorni nostri, sembra essere in pericolo. Il Sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino, che ha presenziato l’ultimo giorno del Convegno, ha sostenuto la necessità di far sì che cresca la cultura della cittadinanza attiva. In tutti i campi. Sono i giovani il futuro, ma i giovani hanno bisogno di un futuro. Facciamo sì che questo futuro non debba essere cercato altrove, permettiamo ad i ragazzi di Napoli e di tutta Italia di scegliere di restare. Non vogliamo sognare ad occhi aperti. Le prospettive non sono delle migliori, ma non pieghiamoci al corso degli eventi. La marcia dei giovani è iniziata, non lasciateli soli. E’ l’appello necessario da fare allo Stato, che ancora una volta, assente, si è affidato ad una lettera,di poche parole. Ma a noi quest’ultime, non bastano più.

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