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I fantastici viaggi di Gulliver in 3 D

Di Valeria Ferraro

Con una telefonata del produttore Jhon Davis all’attore Black Jack, prende forma la nuova versione cinematografica del capolavoro settecentesco di Jhon Swift“I Fantastici Viaggi di Gulliver”. In breve tempo, Black era a bordo come protagonista e produttore esecutivo del progetto. “Ho colto al volo un ruolo del genere, era irresistibile: io, Gulliver, il viaggio, ed essere un gigante in un altro mondo. C’erano tutti gli elementi necessari per realizzare un grande film.” Quando il romanzo è stato scritto nel diciottesimo secolo, il mondo non era ancora stato completamente esplorato, quindi l’idea di un’isola popolata da  lillipuziani non sembrava così folle. Black, Davis, il regista Rob Letterman, il cosceneggiatore Joe Stillman e il coproduttore  Brian Manis hanno cercato di trasporre cinematograficamente  il fascino letterario dell’avventura di Gulliver a beneficio delle giovani generazioni.
Letterman ha cercato in ogni modo di conferire alla narrazione filmica una coinvolgente sensazione di realismo. A tal fine  infatti,aveva già esaminato l’interazione di un personaggio enorme con l’ambiente circostante e con i suoi amici nel cartone animato 3D Mostri contro alieni. Ed è proprio il rapporto tra grandezze che sembra essere il punto di forza della pellicola, a cominciare dall’effetto ottico dei titoli di testa, che trasforma in piccole miniature immagini reali di New York, fino al 3D (aggiunto in postproduzione e non realizzato in fase di ripresa) che enfatizza la distanza tra i lillipuziani e Gulliver quando reciprocamente si guardano.
Ambiziosi effetti speciali dunque che mirano a suggestionare lo spettatore, ma il regista rivela in proposito: “Il film è incentrato sui personaggi, i rapporti e le emozioni sentimentali. E’ difficile costruire delle emozioni convincenti tra dei personaggi piccoli e l’ultimo arrivato, un gigante. Gli effetti  e il 3D rappresentano soltanto la ciliegina sulla torta”. I fantastici viaggi di Gulliver è una commedia per famiglie che approfitta del tema trattato per fare spettacolo attraverso risate ed effetti speciali; in questo adattamento indirizzato principalmente a un pubblico preadolescenziale, scompare completamente il contenuto del romanzo di Swift: la denuncia della società civile da parte di un suo membro che ne è disgustato e un ironico quanto amaro ritratto della società del suo tempo i cui vizi e difetti vengono messi in risalto attraverso le caratteristiche dei personaggi della storia.
La 20th Century Fox presenta un racconto d’avventure esotico-fantasiose per ragazzi e assolutamente nulla di più. In questo senso il film funziona bene: attraverso i racconti importanti di Gulliver e le sue manifestazioni di eroismo. Jack Black rende il personaggio piacevole e infantile, fornendo la sua caratteristica energia e umorismo a ogni scena. “Jack rappresenta il cuore del film”, sostiene Rob Letterman, mentre il produttore esecutivo Benjamin Cooley aggiunge che “Jack offre una grande innocenza a Gulliver, c’è qualcosa nei suoi occhi che è affascinante, ma anche forte. E’ come un bambinone nel film”. Rinuncia dunque completamente al mordente satirico che sostiene la favola preferendo restare in superficie, affidandosi alla leggerezza e alle interessanti decisioni creative rese possibili da un budget da capogiro che da solo sembra suggerirci un’idea iniziale molto più ambiziosa. Le innumerevoli citazioni cinematografiche e le sonorità rock (Gulliver che si vanta di aver composto i riff dei Guns n’Roses), ne fanno un gioco alla scoperta di indizi. Nessun intento di suscitare riflessioni, nessuna voglia di scendere in profondità: che sia forse questo il legame più forte con il mondo contemporaneo?

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