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Un grande grido d’amore apre la stagione al Teatro degli Audaci di Roma

“Un grande grido d’amore” con Barbara De Rossi e Francesco Branchetti aprirà la nuova stagione del Teatro degli Audaci di Roma, venerdì 2 sabato 3 e domenica 4 ottobre.
Nuova tournée dello spettacolo di Josiane Balansko con la traduzione di Davide Norisco e la regia dello stesso Francesco Branchetti. In scena accanto ai due protagonisti Isabella Giannone e Simone Lambertini, le musiche sono di Pino Cangialosi. Poi la commedia attraverserà l’Italia in lungo e largo, toccando numerose regioni.
“La fortuna scenica di Josiane Balasko – spiega il regista Francesco Branchetti – è un fenomeno conosciuto che negli anni è diventato sempre più clamoroso. Ormai non c’è palcoscenico importante del mondo che non abbia ospitato una sua commedia e i suoi testi riscuotono ovunque straordinari successi.
L’estro e la genialità drammaturgica dell’autrice, in questo testo, ha caratteristiche molto precise – continua Branchetti – a poco a poco, senza quasi darlo a vedere, dall’ atmosfera da commedia, che vive sulla perfezione dei meccanismi e su un dialogo sfavillante e teatralmente perfetto, si passa a qualcosa di molto profondo che ci regala anche momenti di grande poesia e umanità; I personaggi caratterizzati in maniera straordinaria, non sono solo pedine dell’azione scenica, ma si trasformano in personaggi identificabili e riconoscibili di un ambiente, come quello del teatro e dello spettacolo, colti nei tic, nelle frustrazioni e nelle ambizioni spesso sbagliate o comunque bizzarre della loro esistenza”.
La trama racconta di Gigì Ortega e Hugo Martial, i protagonisti, due attori che erano una coppia famosissima fino a una quindicina di anni prima, coppia anche nel privato. Poi lei abbandona le scene e lui continua a fare spettacoli ma non è più, il suo, il nome di richiamo per il pubblico.
La scena si apre con l’agente Silvestre e con il regista di uno spettacolo con Hugo Martial che si trovano davanti alla defezione dell’attrice protagonista, partner di Martial, poco prima del debutto dello spettacolo. L’agente Silvestre per risolvere la situazione non trovando altri nomi famosi che la possano sostituire, decide di formare di nuovo la mitica coppia Ortega/ Martial sperando che la rentrée della coppia porti grande pubblicità e pubblico allo spettacolo e contatta l’attrice. Da qui iniziano una serie di stratagemmi e imbrogli per convincere Hugo e Gigì a tornare insieme dato che tra i due non corre più buon sangue. Ne scaturiscono una serie di esilaranti situazioni e un susseguirsi di equivoci in un’atmosfera spesso deflagrante, ricca di suspense ma anche di tenerezza.
“Messaggio implicito – conclude il regista – è sempre e comunque, che finché si riesce a ridere della propria paralisi comportamentale e sociale, c’è speranza. La regia intende restituire al testo anche la straordinaria capacità d’indagare l’animo umano e le tortuose relazioni che abbiamo con noi stessi e poi con gli altri; ansie, paure, malesseri, malinconie, dolori, solitudini si confondono in una danza forsennata in cui si alternano momenti comici e momenti intrisi di profonda umanità e poesia, che ci trascina nel “privato” di un rapporto, di una relazione, di un incontro tra un uomo e una donna “.

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