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Gli ospedali storici italiani ripartono dalla cultura

Le strutture antiche di Milano, Venezia, Roma, Firenze e Napoli fondano ACOSI, l’associazione nazionale per potenziare la gestione e la valorizzazione del loro patrimonio artistico
Leonardo Da Vinci utilizzava già i loro laboratori per le sue prime dissezioni. Manzoni, nei Promessi Sposi, raccontava del Lazzaretto e delle sue pene. Poi ci sono i sontuosi giardini dell’impero romano, le opere straordinarie di Della Robbia e Giambologna. E sono solo alcuni dei tesori e delle storie che gli ospedali storici italiani custodiscono sfidando i secoli e portando avanti senza sosta la loro attività sanitaria, di cura e di ricerca. Due anime che convivono in loro e che ne rappresentano l’unicità e al contempo la grande sfida. Per questo è nata ACOSI – Associazione Culturale Ospedali Storici Italiani: creare una rete in grado di rafforzare la loro missione sociale e di rendere ancora più aperto e disponibile il loro enorme patrimonio che unisce opere di inestimabile valore, edifici simbolo e una mole documentale che raccoglie la storia della medicina attraverso i secoli.
Aderiscono ad ACOSI gli enti sanitari e ospedalieri e altri soggetti giuridici pubblici o privati che siano dotati di un patrimonio storico o di beni museali. Gli enti fondativi sono i più antichi d”Italia: l’Ospedale S.Maria Nuova di Firenze, l’Ospedale Civile Ss. Giovanni e Paolo di Venezia, Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano , l’Ospedale Santo Spirito in Sassia di Roma e l’Ospedale degli Incurabili – MAS di Napoli. Strutture ospedaliere impegnate nell’attività sanitaria e di cura e che custodiscono beni e documenti degni dei più grandi musei o biblioteche.
Già dal Medioevo, i maggiori artisti italiani frequentavano questi ospedali e le loro opere d’arte venivano realizzate al loro interno o gli venivano donate. La letteratura li ha raccontati ampiamente, come il Lazzaretto dei Promessi Sposi costruito nel 1488 all’Ospedale Maggiore di Milano, progettato dal Filerete e nato dalla riforma promossa dall’arcivescovo Rampini, resa poi operativa nel 1456 da Francesco Sforza e Bianca Maria Visconti. A Firenze, l’Arcispedale di Santa Maria Nuova fu fondato nel 1288 da Folco Portinari, padre di Beatrice celebrata da Dante Alighieri. Ancora oggi è uno dei principale luoghi di cura e assistenza della città e allo stesso tempo custodisce le opere inestimabili di Della Robbia, Giambologna e Buontalenti, solo per citarne alcuni. Qui operano da 700 anni le suore oblate ospedaliere e la stretta connessione con la vita liturgica è testimoniata dalla Chiesa di Sant’Egidio, celebre anche per il tabernacolo di Rossellino e lo sportello del Ghiberti. A Roma, il Complesso Monumentale del Santo Spirito in Saxia custodisce un vero e proprio tesoro: l’area dove sorge era occupata dalle costruzioni imperiali e dai sontuosi giardini, gli “Horti Agrippinae” di Agrippina Maggiore, che dal Gianicolo si estendevano fino al Tevere, di cui ancora oggi, nei locali sottostanti la Corsia Sistina, sono visibili resti di muri ad opus reticulatum, pavimenti in mosaico, frammenti di marmi scolpiti e resti di affreschi. La Scuola Grande di San Marco a Venezia è un edificio rinascimentale, fondato dall’omonima Scuola, che si affaccia sul Campo Santi Giovanni e Paolo a Venezia. Al suo interno c’è la Biblioteca antica, il Museo di storia della medicina, il Museo di Anatomia Patologica, la Farmacia Storica, la Chiesa Ospedaliera, l’Itinerario dei medici ebrei, le raccolte d’arte e le architetture monumentali della Scuola Grande di San Marco e dell’ex-Convento domenicano. A Napoli, l’Ospedale di S. Maria del Popolo degli Incurabili, insieme a un percorso museale tra farmacie storiche, chiese e cicli di affreschi, custodisce una collezione di circa 15.000 oggetti: antichi strumenti medico-chirurgici e scientifici, documenti, reperti anatomopatologici, preparati a secco e in formalina, cere e rilievi anatomici del secolo XVIII, ricostruzioni di farmacie storiche.
Ogni ospedale ha un percorso museale, che grazia all’attività dell’Associazione verrà da ora valorizzato al meglio con strumenti e strategie condivise a livello nazionale, progetti comuni e attività di promozione, a partire dall’implementazione del sito
www.acosi.org www.acosi.org “> www.acosi.org che contiene le news e le schede di ogni ospedale

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