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Secondo lockdown per il Gioco pubblico: una nuova partita da giocare

In questi giorni il governo insieme all’intera maggioranza sta lavorando in vista del nuovo scostamento di bilancio per finanziare altre misure in deficit.

Se verranno previsti interventi relativi agli affitti per le attività rimaste chiuse, a beneficiarne saranno in particolari anche le imprese del gioco pubblico, tenendo conto la lunga interruzione dell’intero Gaming Retail portata dal penultimo Dpcm, che ha provocato (e sta provocando) alle aziende del settore un accumulo di perdite di fronte a nessuna entrata. Per una vera e propria emorragia economica, che si sta cercando di tamponare in vari modi, per scongiurare il rischio occupazionale: per esempio, attraverso lo slittamento dei termini di versamento del prelievo erariale unico dovuto dalle aziende attive nella filiera degli apparecchi da intrattenimento. Anche se l’attuale spostamento di circa 20 giorni rappresenta soltanto una piccola boccata di ossigeno in una prolungata agonia.

E mentre si muove inesorabilmente lungo lo stivale la macchina dei divieti per gli altri comparti, gli oltre centomila lavori del gioco pubblico continuano a osservare da casa l’evoluzione degli eventi. Molte associazioni non hanno esitato a dichiarare che anche questo secondo stop consenta in realtà di mettere in salvo gli utenti dal demonio del gioco. Altri hanno messo in evidenza che durante il primo lockdown, quello di marzo-luglio 2020, siano aumentati il numero e la durata delle chiamate ai numeri verdi nazionali da parte dei giocatori problematici. Non in pochi hanno poi messo in correlazione le chiusure con illegalità. Il Capo della Polizia Gabrielli ha dichiarato che “La chiusura delle sale giochi e l’interruzione delle scommesse sportive e dei giochi gestiti dai Monopoli di Stato potrebbero aumentare il ricorso al gioco d’azzardo illegale online così come la pirateria, con l’utilizzo di dispositivi illegali per avere accesso a contenuti multimediali offerti a pagamento da operatori privati”.

Il Direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli Minenna a luglio ha sottoscritto proprio con il Capo della Polizia, con il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri Nistri e con il Comandante Generale della Guardia di Finanza Zafarana il Regolamento operativo del “Comitato per la prevenzione e la repressione del gioco illegale, la sicurezza del gioco e la tutela dei minori”. Il pericolo è palpabile. Non può e non deve andare in fumo il lavoro fatto dallo Stato negli anni per presidiare i territori dall’illegalità e dal contrabbando. Non può consentirsi che vada disperso il patrimonio informativo offerto allo Stato dal sistema concessorio del gioco pubblico. Certamente l’offerta pubblica di gioco può essere migliorata, ulteriormente calibrata e misurata, ma anche per questi motivi non va persa. E chi è in prima linea lo sa.

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