Gia nel 400 A.C. Ippocrate il padre della medicina moderna sosteneva che ” l’alimentazione serve sia a ristabilire la salute che a conservarla in chi sta bene ”.
Nel corso delle mie esperienze lavorative ho notato spesso come alcune patologie siano aggravate e sostenute da un alimentazione ricca di zuccheri, farine, lieviti e amidi, latticini e prodotti industriali.
Alla base del mio lavoro c’e anche l’attenzione verso la prevenzione, sarebbe importante allora comprendere come l’alimentazione moderna fornisca il terreno ideale per l’instaurarsi delle malattie che oggi affliggono l’uomo moderno (diabete, ateriosclerosi, obesita’ anche infantile, disbiosi intestinale, infiammazioni e dolori cronici solo per fare alcuni esempi…).
Perche’ oggi conviviamo con il dolore come se facesse parte della nostra biologia ?
Perche’ e’ diventato normale porvi rimedio usando solo farmaci senza interrogare l’intelligenza del nostro corpo ?
E perche’ molti dolori sembrano resistenti anche ai farmaci ?
Le risposte a tutti questi interrogativi vanno ricercate alla base della vita che conduciamo: tutto questo riguarda le abitudini sbagliate che abbiamo assunto nell’epoca moderna tra cui assenza di movimento, scarsa esposizione alla luce solare e quindi disturbi del sonno, scarsita’ di relazioni sociali e mancanza di contatto con la natura, stabilita’ emotiva e alimentazione sbagliata.
Vorrei soffermarmi in particolare su quest’ultimo aspetto.
Esiste davvero un nesso tra infiammazione /dolore e cibo?
Come si arriva allora dall’alimentazione al dolore ?
Attraverso la via del glucosio..passando per l’acidosi tessutale e l’infiammazione.
Mi occuperò di acidosi tessutale e infiammazione in articoli specifici.
La via del glucosio
Il nostro corpo si e’ evoluto nel corso dei secoli utilizzando i grassi (ciclo di Krebs) come fonte energetica principale, il glucosio(processo della Glicolisi) per ricavare energia era un meccanismo “salvavita” usato quindi solo in rare occasioni.Questo perche’ l’energia prodotta dal ciclo di Krebs (quindi con l’utilizzo dei grassi ) e’ nettamente superiore e molto piu’ efficiente rispetto a quello usato dalla Glicolisi.
La Glicolisi produce sì energia di pronto impiego, ma si esaurisce molto rapidamente e produce diversi prodotti di scarto (acido piruvico che poi si trasforma in acido lattico ) i quali se non vengono smaltiti possono diventare tossici per il corpo e indurre meccanismi di acidosi e infiammazione sistemica.
Così oggi l’introduzione eccessiva di zucchero costringe il nostro corpo a servirsi solo della via del glucosio, causando una produzione continua di insulina. Questo ormone e’un po’ il “guardiano” di tutti gli altri ormoni; ricordiamo che sono gli ormoni a decidere che uso fara’ il nostro corpo del cibo. Nella figura di seguito come possiamo vedere l’azione dell’insulina: e’ quella di regolare e mantenere stabili i livelli degli zuccheri nel sangue
L’insulina ha anche un ruolo positivo durante l’infiammazione acuta :
- Riduce i fattori pro infiammatori IL6/TNFà
- Promuove la proliferazione di linfociti T
- Stimola la sintesi proteica
- Stimola la sintesi di acidi grassi, inibisce la lipolisi (utilizzazione degli acidi grassi a scopo energetico)
- Stimola produzione endogena di colesterolo
- Facilita passaggio di potassio nella cellula
Si capisce quindi l’importante ruolo che riveste questo ormone .
Il problema quindi non e’ l’ormone insulina di per se’ ma la sua sovraespressione a causare danni .
L’insulina invia una parte del glucosio al fegato e ai muscoli dove verra’ immagazzinato sotto forma di glicogeno e usato a scopi energetico quando necessario.
Ma che succede quando le scorte del fegato sono piene e noi continuiamo a introdurre zucchero con l’alimentazione ?
L’insulina non e’ piu’ in grado di svolgere il suo ruolo e il glucosio si accumula nel torrente circolatorio provocando una serie infinita di reazione a catena stimolando il rilascio di molti altri ormoni:
- l’aldosterone da parte delle surrenali che comincia a trattenere sodio e acqua nei reni (sempre nel tentativo di abbassare il livello di zucchero nel sangue ) innalzando la pressione arteriosa
- il cortisolo (noto come ormone dello stress ma che produce molti altri effetti dannosi tra cui dolore cronico, infiammazione e incapacità del sistema immunitario di svolgere adeguatamente le sue funzioni),
- il fegato inizia a produrre colesterolo (precursore del cortisolo ) trasformando l’eccesso di glucosio in trigliceridi,
- Alterazione dell‘osmolarita’ della cellula
- Acidosi: per contrastare l’acidosi il corpo richiama calcio e vitamina d dalle ossa predisponendo all’osteoporosi
A livello cerebrale (l’organo che ha più bisogno di glucosio) si accelera la produzione di serotonina e dopamina rendendoci dipendenti dagli zuccheri. Ancora l’eccesso di glucosio altera la leptina (ormone fondamentale che ci avverte quando siamo sazi).
La leptina inoltre ha un ruolo fondamentale nei processi infiammatori di bassa intensità: se in concentrazioni elevate indebolisce le ossa e condiziona la fertilità; ecco come uno squilibrio di questo ormone può causare dolore e degenerazione articolare infatti accelera la rottura delle cartilagini (i livelli di tale ormone nel sangue corrispondono a quelli presenti nelle articolazioni).
La Leptina e’ molto dannosa anche perche’ e’ in grado di insinuarsi nel liquido sinoviale corrodendo le articolazioni.
Da non dimenticare come l’accumulo di grasso addominale stimoli il rilascio di proteine e mediatori infiammatori che recano danno ai recettori ormonali, al sistema immunitario e alle articolazioni in una spirale senza fine.
Pian piano i sistemi di difesa del nostro corpo iniziano ad andare il tilt: l’organismo ha perso il suo equilibrio si trova in balia degli ormoni.
Un giorno dopo l’altro ci ritroviamo pieni di dolori, stanchi, depressi, sovrappeso e ci convinciamo che tutto questo sia normale, prendiamo un farmaco e per un po’ staremo meglio. In realta’ l’utilizzo di farmaci aumenta ancora di più la produzione di scorie cide, peggiorando l’infiammazione sistemica, perché inibiscono la capacita’ dei nostri sistemi tampone (bicarbonato in primis) di ristabilire l’equilibrio acido basico del corpo.
Allora dove si trova la soluzione ?
E’ rivolgersi verso l’interno, stabilire delle priorita’, reimparare ad amarci, ritrovare il contatto con la natura, con un’alimentazione semplice evitando tutti i cibi “moderni”, camminare all’aperto ed esporsi alla luce solare, ristabilire relazioni sociali al di fuori dei social network, eliminare l’uso di farmaci, migliorare in generale la qualita’ della nostra vita.
Ristabilendo i nostri ritmi circadiani e la nostra omeostasi interna diamo cosi la possibilita’ al corpo di riappropriarsi della sua intelligenza e della sua capacita’ innata di autoguarirci.
di Vanessa Di Nepi