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Vi presento un poeta: Marvi del Pozzo

Questa settimana Antonietta Gnerre ha scelto quattro poesie di Marvi del Pozzo. Queste poesie sembrano delle preghiere universali. Ci accompagnano nelle ore del tempo con garbo, ma con fierezza. Racchiudono il calore della vita e dell'eterno nel palmo di una mano.

Marvi del Pozzo

 

Essere poeta

Essere poeta
per destino
per mestiere
o solo perché
ti resta dentro
un modo fresco
uno stupore bambino
nello stare alla vita
come frasca di pioppo
in altalena sul vuoto,
persistente avventura
che abbracci con l’occhio
del patire felice.

***

Fanciullezza

Hai occhi ombrosi
di mirto lucido di sole
le mani da bambina
biscottate di granella
di sale.
Geroglifici bianchi
di salsedine
dune e valli
sul corpo adolescente
di creatura di mare.
Hai capelli di alga
attorcigliata
trascoloranti per la luce intensa
sui ciottoli accaldati
della spiaggia.
Profumano d’altrove e di mistero.
Hai piedi di maestrale
quello estivo che lustra
cielo e acqua di colore
e rasserena il mondo
di frescura.
Proprio come fai tu
con un sorriso
di sassolini bianchi e madreperla
quando di corsa al limitar dell’acqua
in silenzio t’abbracci
all’orizzonte
e ti confondi nelle cose intorno.

***

Ballata delle sere perdute

Non mi fare impigrire, amore mio,
in queste lunghe sere di velluto.
Non sono ore da televisione
e un vecchio per dormire ha sempre tempo.
Non dirmi che il motore della moto
riperde colpi e ci vuole il meccanico.
Ricordati di quando a luna piena
venivi a risvegliarmi sotto casa,
mi rivestivo in fretta al tuo richiamo,
due stracci addosso e via per la collina
con te, mio amore nuovo e moto incerta.
Da sempre tu bisticci coi motori.
Mi offrivi giovinezza e insicurezze
ma speranza di vita appassionata.
La moto d’oggi ugualmente tentenna,
ci ho fatto l’abitudine, è il tuo karma:
al limite ci lascerà tra i tigli,
non è un gran male l’albeggiar tra i prati.
Guarda la luna del sereno estivo.
Mi sento già drogata dal profumo
di gelsomini e tigli collinari
ed il mio casco è qui, dietro la porta.
Non voglio notti di seconda mano.

***

Amore

Appaiati come binari paralleli.
Miglia e miglia macinate,
la Transiberiana, forse.
Non ci siamo interpellati
mai
sul senso della nostra direzione.
Quando è necessità
non si discute.
“E’ plagio” dici serio.
Io nego sorridendo
eppure conscia
che muoio se deraglia
questo treno.

 

Marvi del Pozzo

da “La logica delle nuvole” Ed. La Vita Felice 2020

L’estremo Nord Ovest dell’Italia, a pochi chilometri dalla Francia, caratterizza una certa austerità̀ di base e un rigore sabaudo, tuttora radicati almeno nelle generazioni non giovanissime come quella di Marvi del Pozzo. Tale imprinting ha comportato che l’insegnamento nei licei, dopo gli anni della formazione al Classico D’Azeglio di Torino e gli studi universitari, non ha esaurito la spinta ad approfondire la frequentazione del- la poesia, diventata totalizzante, che ha portato l’autrice a creare e a scrivere in prima persona.

Da sempre si occupa, oltre che di poesia classica, di quella contemporanea nazionale e internazionale e da dodici anni coordina il gruppo di poesia Tempo di Parole del Circolo dei lettori di Torino. Ha scritto dieci volumi di poesia, tra i quali ricordiamo: Pietre nel tempo (2014), Immagini ed Immaginazione (2015), Esserci e Riconoscersi (2017), La logica nelle nuvole (Ed. La Vita Felice 2020). Collabora con la rivista cartacea torinese di poesia Amadomio e cura le rubriche di critica letteraria Letture condivise e Fili di condivisione sul Blog letterario ParolaPoesia.

Ama affiancare all’attività di scrittura poetica quella di autrice di monologhi teatrali, incentrati sulle più̀ autorevoli figure di poeti contemporanei internazionali.

di Antonietta Gnerre Antonietta Gnerre

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