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Perché amo la partita dell’Italia

Papà e mamma, avevano un negozio, molto conosciuto ed apprezzato, in una delle strade centrali di Terracina, che per loro è stata fatica e sofferenza ma anche piacere, più o meno.
Accanto a noi, facevano anche il mercato, noi figli dei commercianti giocavamo tutti insieme, tutti i giorni, alle 16, orario di apertura.

Quando giocava l’Italia, c’era una magia speciale, papà metteva fuori il negozio uno schermo gigante e seduti tutti sulla ringhiera che costeggiava il fiume lì davanti, compresi quelli dell’altro lato, seguivamo la partita mangiando la pizza di Leda.

C’era un silenzio tombale, un silenzio potente, erano tutti zitti a guardare, si sentiva solo colui che faceva la telecronaca, che aveva continui spasmi tonali di voce quando la palla si avvicinava alla rete avversaria.

Ma, quando segnava, c’era un urlo unanime che ancora me lo ricordo nella testa rimbombare, ci rendeva tutti “ amici”.

Era bello!

Creava uno stato di benessere e fraternità, che dopo, raramente ho visto.
Erano anche i tempi in cui si giocava a nascondino, color color, o a suonare i citofoni dei palazzi circostanti, con i nonnini che ci buttavano le secchiate di acqua addosso, sperando fosse acqua, ma non ci hanno mai preso e noi abbiamo continuato a suonare i citofoni.

Eravamo io e mio fratello, insieme a tutti gli altri, non c’erano telefoni, non PlayStation niente di tutto ciò, si giocava in galleria, che poi è diventata un parcheggio, si correva, ci si faceva segnali, non con whatsapp ma con la voce, gli sguardi e con l’andare dai genitori del compagno a chiamare l’altro per giocare, ci conoscevamo tutti, credo che in totale fossimo una ventina.

Eravamo puntuali come non mai, “alle 16 ci vediamo lì” ed alle 16 eravamo tutti lì.

Mi ricordo i mondiali di Baggio, mio fratello aveva tutto l’album, mi ricordo la canzone, mi ricordo la delusione ma ricordo quelle cose come i ricordi più belli della mia Infanzia, come quasi Notti magiche, sotto il cielo di un’estate italiana!

Ecco perché amo la partita dell’Italia anche se non ci capisco niente di calcio!

Ieri, per un momento, con alcuni amici, a Roma, ho vissuto quel brivido antico, profondo, radicato ancora nel cuore.

Poi va beh, sono rimasta incastrata nella sfilata dal Colosseo a casa, altra meraviglia ma ridevamo tutti, per una notte Roma con il traffico era bella, potente, sorridente e con la bandiera italiana!

di Valentina Cittarelli Valentina Cittarelli

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