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Cultura della mediazione. Se ne sente il bisogno?

Per ridurre la litigiosità di noi italiani, ritengo che sia necessario intervenire sulla formazione dei ragazzi e dei giovani, educando maggiormente nelle famiglie, nelle scuole e nelle università a valori quali la fraternità, la solidarietà e il perdono.

La formazione a tali valori non puo’ essere delegata al legislatore né imposta con legge. Un soggetto che è stato educato a tali principi sarà certamente piu’ incline ad approcciarsi alla gestione dei conflitti in maniera costruttiva.

La mediazione vede le parti protagoniste di un percorso di dialogo, sottraendole alla prospettiva di delega delle decisioni ad un’autorità esterna: con l’ausilio della figura del mediatore, “terzo imparziale”, si realizza l’incontro generatore di possibili risoluzioni del contrasto, dando la possibilità alle parti di uscire da situazioni di stallo che le vedono bloccate nell’ostilità reciproca.

Il grande successo che tale istituto ha avuto in altri Paesi trova le proprie ragioni, difatti, in fattori di carattere culturale e sociale. Promuovere la cultura della mediazione. Che ce ne sia bisogno è evidente, visto che dalla vita sociale a quella personale il bisogno di avere un nemico esterno sembra sia l’ultima forma di comunicazione, infatti nel momento in cui le relazioni entrano in crisi o terminano, l’altro diventa improvvisamente altro da noi.

Oggi di certo non mancano gli strumenti di comunicazione, eppure di comunicazione se ne sente la mancanza. Possiamo comunicare un fatto o muoverci velocemente, ma la comunicazione e le emozioni che abbiamo dentro hanno i loro tempi, per questo motivo non dobbiamo confondere i livelli e darci il tempo per le relazioni.

I nostri giovani devono imparare a gestire i rapporti con gli altri, ad attraversare il conflitto e a sviluppare il rispetto verso le persone, per questo sarebbe auspicabile investire nella mediazione fin da piccoli come premessa per porre nuove basi del vivere civile.

La cultura della mediazione è trasversale: riguarda la famiglia, la scuola ma può e deve essere presente anche in ambito penale. Non si smette mai di essere padre e madre per questo i genitori devono apprendere una nuova modalità di gestione della famiglia dopo la separazione.

A scuola sono sempre più frequenti episodi di aggressività: gli adulti devono saper diffondere la mediazione tra i pari. In ambito penale, invece, si deve puntare ad una giustizia riparativa, attraverso cui responsabilizzare l’autore del reato e dare alla vittima più soddisfazione per il torto subito.

Personalmente, grazie alla mediazione ho capito l’importanza di usare le parole per risolvere senza ferire ed ho imparato ad ascoltare non solo con le orecchie ma soprattutto con il cuore.

Mariella Romanodi Mariella Romano

Mediatrice familiare professionista A.I.Me.F.

 

 

foto: https://pixabay.com/it/users/geralt-9301/

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