Grace Sherwood era bella, tenace, anticonformista e indipendente. Nacque nel 1660 in Virginia, negli Stati Uniti d’America, e sin da giovanissima si dimostrò caparbia e forte, una gran lavoratrice che non si risparmiava mai. Era amichevole con i bambini e adorava gli animali.
Le piaceva lavorare il terreno che circondava la casa dove abitava con suo marito e i loro tre figli a Pungo, era solita assistere le donne durante il parto ed era una esperta di erbe, con le quali creava unguenti e pomate per curare sia gli animali che le persone. Occasionalmente, le piaceva indossare pantaloni da uomo.
Quando il marito morì, decise di non risposarsi.
Furono proprio la sua tenacia, la sua indipendenza e la sua bellezza e affabilità a renderla bersaglio della diceria, sempre più diffusa, che altro non fosse che una strega.
Le prime dicerie sulla presunta stregoneria di Grace arrivarono dai suoi vicini di casa, Luke ed Elizabeth Hill. Raccontarono che la donna era in grado di trasformarsi in un gatto, che volava sul soffitto e che era solo grazie ai suoi incantesimi che il suo raccolto era sempre abbondante e le sue vacche piene di latte.
Quando le voci su Grace Sherwood giunsero al Governatore della Virginia, non ci volle molto tempo che iniziò il processo contro di lei.
Iniziò così il processo contro Grace Sherwood per stregoneria, e il 5 luglio 1706 venne deciso dalla Corte che il solo modo per capire se la donna fosse o meno una strega era quello di sottoporla al cosiddetto trial by ducking.
Per ducking si intende un metodo allora molto comune per stabilire se una donna fosse una strega, che non ha una vera e propria traduzione in italiano ma che possiamo senza remore definire una tortura.
Il 10 luglio del 1706 a Grace vennero legati il pollice sinistro e l’alluce destro insieme e fu gettata nelle acque benedette del fiume Lynnhaven, nel punto oggi noto come Witch Duck Point. Se la donna fosse affondata, allora sarebbe stata liberata dalle accuse di stregoneria, nel caso contrario avrebbe significato che il male era dentro di lei e l’acqua benedetta l’avrebbe respinta.
Grace Sherwood galleggiò.
Le notizie posteriori al processo sono poche e confuse, anche se in molti si sono interessati alla sua vicenda. A ricostruire al meglio la storia della Sherwood è stata una donna di nome Belinda Nash, che ha dato il via a una vera e propria indagine mirata a riabilitare il nome di Grace.
Quello che è certo è che la strega di Pungo venne imprigionata (forse per 8 anni) e che i processi e le accuse la perseguitarono per tutta la vita. Vita che finì all’età di 80 anni nella sua casa, circondata dai 60 ettari di terreno che amava coltivare e dai suoi animali. E con la stessa certezza si sa che non si arrese mai, che continuò a essere se stessa fino alla fine, a lavorare senza sosta e a curare i suoi animali con le erbe.
Solo nel 2006 il Governatore della Virginia Timothy M. Kaine ha concesso la grazia postuma a Grace Sherwood, e molti meriti di questo vanno a Belinda Nash e alla sua tenacia nel volere riabilitare il nome di quella che per troppo tempo è stata conosciuta come la strega di Pungo, ma altro non era che una donna forte e gentile.
Il 21 aprile 2007, a Virginia Beach, è stata svelata una statua raffigurante Grace Sherwood, in suo onore, per opera dello scultore Robert Cunningham.
Grace Sherwood è raffigurata con una cesta in mano, piena delle sue amate erbe, e un procione accanto a lei a rappresentare il suo amore per gli animali.
Grace Sherwood, all’epoca, era una delle sole 5 donne a essere proprietarie terriere.
Era una donna bella, tenace, anticonformista e indipendente e, per questo, accusata di essere una strega e torturata.
Ci sono voluti 300 anni per riabilitare il suo nome e liberarla da questo pregiudizio che molto le è costato.
Troppi.
di Roberta Thokozile Martucci Schiavi
foto: vahistorypodcast.com