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Tiziano e l’immagine della donna nel Cinquecento Veneziano a Palazzo Reale

Palazzo Reale apre il 2022 con una grande mostra dedicata all’immagine della donna nel Cinquecento nella pittura del grande maestro Tiziano e dei suoi celebri contemporanei quali Giorgione, Lotto, Palma il Vecchio, Veronese e Tintoretto

La mostra, aperta dal 23 febbraio al 5 giugno 2022 al Palazzo Reale di Milano, è curata da Sylvia Ferino, già direttrice della Pinacoteca del Kunsthistorisches Museum.

Oltre un centinaio le opere esposte di cui 47 dipinti, 16 di Tiziano, molti dei quali in prestito dal Kunsthistorisches Museum di Vienna, cui si aggiungonosculture, oggetti di arte applicata come gioielli, una creazione omaggio di Roberto Capucci a Isabella d’Este (1994), libri e grafica.

“L’esposizione – afferma la curatrice – aspira a riflettere sul ruolo dominante della donna nella pittura veneziana del XVI secolo, che non ha eguali nella storia della Repubblica o di altre aree della cultura europea del periodo.”

Tra i dipinti più importanti di Tiziano segnaliamoRitratto di Eleonora Gonzaga della Rovere (1537 circa) da Firenze, Gallerie degli Uffizi; Madonna col Bambino (1510-1511), Isabella d’Este in nero (1534-1536 circa), Venere, Marte e Amore (1550 circa) Danae (post 1554), Ritratto di donna (tradizionalmente identificata con Lavinia) (1565 circa), Lucrezia e suo marito (1515 circa) da Vienna, Kunsthistorisches Museum; Giovane donna con cappello piumato (1534-1536) da San Pietroburgo Ermitage; Ritratto di giovinetta (1545 circa) da Napoli, Museo di Capodimonte; Allegoria della Sapienza (1560 circa) da Venezia, Biblioteca Marciana.

TINTORETTO Susanna e i vecchioni, 1555-1556 circa Olio su tela, 146x193,6 cm Vienna, Kunsthistorisches Museum
TINTORETTO
Susanna e i vecchioni, 1555-1556 circa
Olio su tela, 146×193,6 cm
Vienna, Kunsthistorisches Museum

Di Giorgione: “Laura (1506), da Vienna, Kunsthistorisches  Di LottoGiuditta  (1512), da Roma, BNL Gruppo Paribas.

Di TintorettoLa tentazione di Adamo ed Eva (1550-1553 circa), da Venezia, Galleria dell’Accademia, che apre la mostra insieme alla Madonna col Bambino di Tiziano a rappresentare Eva e Maria Vergine, le due emblematiche figure femminili del Vecchio e Nuovo Testamento;  Ritratto di donna in rosso (1555 circa) e Susanna e i vecchioni (1555-1556), da Vienna, Kunsthistorisches Museum; Leda e il cigno (1550-1560a) da Firenze, Gallerie degli Uffizi.

Di Palma il Vecchio: i due magnifici dipinti Giovane donna con vestito blu e Giovane donna con vestito verde (post 1514) e Ninfe al bagno (1525-1528 circa) dal Kunsthistorisches Musem.

Di VeroneseLucrezia (1580-1583 circa), Giuditta (1580 circa), Venere e Adone (1586 circa) dal Kunsthistorisches Museum e Il Ratto di Europa (1578 circa), da Venezia, Palazzo Ducalei.

Altri dipinti di grande forza espressiva di Paris Bordon, Giovanni Cariani, Bernardino Licinio, Giovan Battista Moroni, Palma il Giovane, Alessandro Bonvicino detto il Moretto completano e arricchiscono questo affascinante itinerario nella pittura di soggetto femminile della Venezia cinquecentesca.

PALMA il Vecchio Giovane donna in abito blu, post 1514 Olio su legno di pioppo, 63,5x51 cm Vienna, Kunsthistorisches Museum
PALMA il Vecchio
Giovane donna in abito blu, post 1514
Olio su legno di pioppo, 63,5×51 cm
Vienna, Kunsthistorisches Museum

A partire dal volume di Rona Goffen Titian’s Women, pubblicato nel 1997, sono
innumerevoli gli studi che si sono concentrati sull’universo femminile nel Rinascimento
veneziano. Questa indagine non è tuttavia mai stata posta al centro di una mostra.

La struttura portante dell’esposizione affronta dunque un argomento eternamente valido
ma anche completamente nuovo, presentando l’immagine femminile attraverso tutto
l’ampio spettro delle tematiche possibili e nel contempo mettendo a confronto gli
approcci artistici individuali tra Tiziano e gli altri pittori del tempo.

Partendo dal tema del ritratto realistico di donne appartenenti a diverse classi
sociali, passando a quello fortemente idealizzato delle così dette “belle
veneziane” si incontrano via via celebri eroine e sante, fino ad arrivare alle divinità
del mito e alle allegorie.

Inclusi nella mostra anche i ritratti e gli scritti di famosi poeti che cantarono l’amore
ed equipararono la ricerca del bello all’esaltazione della donna e della bellezza femminile,
come anche ritratti delle donne scrittrici, nobildonne, cittadine e anche cortigiane.
Sono analizzati anche l’abbigliamento e le acconciature femminili sfoggiate nei
ritratti, sia reali che ideali, esaminando la moda contemporanea con la sua predilezione
per tessuti sontuosi, perle e costosi gioielli.

A Venezia nel Cinquecento l’immagine della donna assume un ruolo unico e una
importanza quale non si era mai vista prima nella storia della pittura. Da un lato
vi è la presenza di Tiziano, con il suo interesse per la raffigurazione della donna nella
sua tenera carnalità e sofisticata eleganza, e dall’altro il particolare status di cui le
donne godevano nella società veneziana.

Le spose veneziane esercitavano infatti diritti non comuni, quali il continuare a disporre della propria dote e il poterla distribuire tra i figli, dopo la morte del marito. Le donne non potevano partecipare alla vita politica o finanziaria, ma rivestivano certamente un ruolo importante nella presentazione dell’immagine legata al cerimoniale pubblico della sontuosa e potente Repubblica.

Contemporaneamente, si assiste a un grande incremento della letteratura sulla donna,
con il rinnovato entusiasmo per il Canzoniere di Petrarca, per l’Arcadia di Jacopo
Sannazzaro, per l’Orlando furioso di Ariosto da parte di importanti letterati come Pietro
Aretino, Pietro Bembo, Giovanni Della Casa, Sperone Speroni e Baldassarre
Castiglione.

Nei loro scritti, letterati e poeti si concentrano sempre di più sulle donne e sul loro ruolo
di vitale importanza per la famiglia e per la continuità del genere umano. Un altro fattore
importante è la solida fiducia nel potere dell’amore, a cui vengono attribuiti i meriti di
rafforzare il matrimonio e garantire figli di bell’aspetto, intelligenti e felici.

Così, l’aspetto di una donna amata e desiderata inizia ad acquisire sempre maggiore importanza.
Una forte componente erotica nella pittura dell’epoca diventa soggetto per i poeti, in una
sorta di accesa competizione tra pittura e poesia, vinta dalla pittura per l’immediatezza e
il fascino delle immagini proposte.

Questa concentrata attenzione sulla donna probabilmente alzava la loro autostima e
ispirava le più erudite a partecipare con loro scritti alle discussioni di genere nella
famosa “querelle des femmes” che costituisce il più importante movimento
“proto-femminista” prima della rivoluzione francese.

Donne come Moderata Fonte con il suo sorprendentemente moderno dialogo Il merito delle donne, e poi Lucrezia Marinelli con il suo discorso su La nobiltà et l’eccellenza delle donne
mettono in questione la superiorità dell’uomo.

A Venezia è nell’arte figurativa che il tema si impone, grazie alla figura magistrale di
Tiziano, che pone la figura femminile al centro del suo mondo creativo.

Grazia, dolcezza, potere di seduzione, eleganza innata sono le componenti
fondamentali delle immagini femminili della Scuola Veneta, che vede in Tiziano il
protagonista indiscusso, grazie a lui lo scenario artistico dell’epoca muta
completamente.

TIZIANO Lucrezia e suo marito, 1515 circa Olio su legno di pioppo, 82x68 cm Vienna, Kunsthistorisches Museum
TIZIANO
Lucrezia e suo marito, 1515 circa
Olio su legno di pioppo, 82×68 cm
Vienna, Kunsthistorisches Museum

Per Tiziano la bellezza artistica corrisponde a quella femminile:
meno interessato al canone della bellezza esteriore rispetto alla personalità di una donna
e alla femminilità in quanto tale, riesce a non sminuirne mai la dignità,
indipendentemente dal contesto, dalla narrazione o dalla rappresentazione.

Le “belle veneziane” sono donne reali o presunte tali, ritratte a mezza figura e
fortemente idealizzate. Grazie allo studio approfondito di testi fondamentali come
ultimamente L’arte de’ cenni di Giovanni Bonifacio (1616), una sorta di enciclopedia
dei gesti, queste donne non vengono più considerate come cortigiane ma come spose.

Con vesti spesso scollate, dove il mostrare il seno non è simbolo di spregiudicatezza
sessuale, ma, al contrario, sta a significare l’apertura del cuore, un atteggiamento di
sincerità e verità, atto consensuale della donna verso lo sposo per suggellare le nozze.
Queste opere sostituiscono i ritratti reali di donne delle classi patrizie o borghesi,
avversati dal sistema oligarchico di governo che rifiutava il culto della personalità
individuale.

Quando Tiziano ritrae donne reali si tratta di figure non veneziane, come
Isabella d’Este, marchesa di Mantova, o sua figlia Eleonora Gonzaga, duchessa di Urbino.
Le cortigiane erano spesso anche colte ed alcune di loro diventarono famose per i loro
scritti, come per esempio Veronica Franco, che in una lettera ringrazia persino Tintoretto
per averla ritratta. Tuttavia sino ad oggi esistono pochissimi ritratti identificabili con
sicurezza con cortigiane individuali in dipinti a olio.

Ci sono poi le eroine come Lucrezia, Giuditta o Susanna che rappresentano l’onore, la
castità, il coraggio e il sacrificio o Maria Maddalena nella sua fase spirituale di penitenza.
E infine le figure mitologiche come Venere che nasce dal mare come Venezia e
personifica la città. In tutte le donne dipinte Tiziano celebra le loro molteplici e
diversificate qualità. Agli occhi di chi le guarda appaiono tutte come fortissime
personalità, come divinità.

La mostra è promossa e prodotta dal Comune di Milano–Cultura, Palazzo Reale e Skira editore, con il supporto di Fondazione Bracco, Main Partner.

Sito web : tiziano.skiramostre.it

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