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Open banking: pagamenti ancora più sicuri con l’arrivo della PSD3

L’UE è al lavoro per la revisione della direttiva PSD2, che probabilmente muterà nome in PSD3. Già in vigore da un paio d’anni, la PSD2 necessita effettivamente di un aggiornamento, anche in virtù dei nuovi operatori economici affiorati sul mercato in questo periodo. Con la sua introduzione, siamo entrati nell’era dell’Open Banking e dei pagamenti innovativi con sistemi di protezioni antifrode a tutela dei clienti. Il perfezionamento della norma dovrebbe aprire ulteriormente il mercato dei pagamenti elettronici a livello europeo e risolvere alcuni limiti attualmente presenti.

Il cardine della PSD2 è la SCA (Strong Customer Authentication), un metodo di sicurezza attuato per il tramite di particolari misure di autenticazione, una delle più famose è ad esempio l’autenticazione a due fattori. Sistemi di sicurezza che sono ampiamente fruiti nell’e-commerce e nel mondo dell’intrattenimento online, dove piattaforme di gioco leader del settore mettono a disposizione dei propri clienti diversi metodi di pagamento e portafogli elettronici che ne fanno uso.

L’incremento registrato nell’utilizzo dell’Open Banking nel nostro Paese nel primo semestre del 2022 è superiore al 20%, dato che conferma la fiducia che gli italiani stanno riponendo in questa modalità di gestione del proprio denaro, con i più fedeli facenti parte dei giovani e spesso New To Credit (cioè privi di una storia creditizia).

Si tratta, d’altra parte, di una garanzia imprescindibile per business che gestiscono i flussi di denaro dei clienti sia in entrata sia in uscita, come avviene per i concessionari di gioco legale, che va ad aggiungersi ad altri sistemi di sicurezza sul piano informatico, come protocolli HTTPS e SSL.

La protezione dei dati, che siano personali o bancari, rappresenta di certo uno dei temi più sensibili dell’universo online, nonché uno dei principali timori di tutti coloro che ancora sono scettici. Per quanto si sia registrata un’importante crescita nazionale, a livello europeo l’Italia rimane indietro rispetto agli altri Stati, presentando un mercato meno sviluppato e di dimensioni più modeste rispetto agli altri Paesi membri.

Una motivazione che piò radicarsi nell’età media della nostra popolazione, più anziana del resto dell’UE, e che trova conferma nell’andamento dei tassi di consenso e successo, che aumentano col decrescere dell’età.

Foto di Tumisu da Pixabay

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