Annamaria Scopa nasce a Vasto, in Abruzzo e risiede attualmente a Genova. Dopo gli studi superiori si iscrive in conservatorio a Pescara dove studia canto lirico.
L’amore per il canto, la musica e l’arte in genere fanno parte del suo modo di sentire. Ha partecipato a Reading, Poetry Slam ha un profilo fb dove scrive sotto il nome di Annawrite Annamaria Major.
È presente in diverse antologie, “Nel corpo della voce” edito da Contro luna edizioni, “Una furtiva lacrima” Poeti al tempo del dolore, curato da Vincenzo Guarracino, edito dalla casa editrice Di Felice edizioni; “Parma” Poesia edizioni Bertoni Editore. “Tra parole e immagini” a cura di Giorgio Moio, “Lavoro in corso scrittrici e scrittori per il 1° Maggio” per Formafluens-international Literary-magazine.
L’ultima “Fissando in volto il gelo” poeti contro il green pass, Terra d’ulivi edizioni.
Pubblica nel 2017 la sua prima silloge “Dove nevicano le viole” edito da Letteratura alternativa edizioni.
La sua poesia è pervasa da un senso di struggimento e di tensione, esplora temi di memoria, assenza, dolore e isolamento emotivo attraverso un linguaggio ricco di immagini metaforiche e suggestioni.
Perché la poesia?
Per non perdersi, per esorcizzare la profonda solitudine che ognuno di noi prova, a prescindere dal fatto che possa avere o no tanti affetti, per tendere l’orecchio verso l’interiorità, per protendersi all’ascolto.
Amo molto leggere poesia
Poesia è creazione di quel mondo interiore che altrimenti rimarrebbe inesplorato. La poesia non ha un perché, un giorno ti viene a trovare.
Come quando incontri la persona del cuore, hai un palpito e cominci a vivere con lei.
Ci sono delle fonti a cui si ispira?
Sì, tutte le emozioni mi ispirano poesia e tutta la buona poesia è fonte di emozione. Ho sicuramente dei riferimenti poetici, delle cosiddette muse che mi hanno ispirata.
Quando ho cominciato a scrivere, Wislawa Szymborska più di ogni altra. Ero notevolmente attratta dalla sua semplicità linguistica, dalla sua ironia, il suo toccare argomenti etici che fanno riflettere sulla condizione delle persone sia come individui che, come membri della società umana, la sua introspezione intellettuale unita all’arguzia e all’eleganza nella scelta delle parole.
Oggi Paul Celan, Renè Char. Per la musicalità Amelia Rosselli, Osip Ėmil’evič Mandel’štam, Anna Achmatova Alejandra Pizarnik ,tra le poetesse contemporanee Daita Martinez , ma tantissimi altri bravi poeti.
Quanto c’è della sua vita personale nelle sue poesie?
C’è molto, soprattutto nel codice del sentimento e di ciò che la vita propone. Non sempre diretto ma come nel sogno vive di simboli.
Che rapporto c’è fra bellezza e poesia?
Se la poesia è “alta”, la bellezza si manifesta come una componente imprescindibile. Comunque chi scrive poesia ha desiderio di bellezza in assoluto.
Quali sono le sfide che deve affrontare un poeta?
Le sfide della vita, che però hanno nella poesia una consolazione. E per la poesia la sfida di tempi volgari che non la sanno riconoscere o la pensano in modo superficiale. Riconosco anche e credo, nell’azione poetica volta a dire la verità in una società dove il potere sempre più vuole mettere il bavaglio.
Oggi ancora più che ieri si ha bisogno di poeti perché il nostro è un tempo di privazioni, ed è importante far sentire la propria voce.
La poesia è il potere.
“La poesia è il potere, disse Mandel’štam alla Achmatova, a Voronež, e lei annuì chinando il lungo collo. Confinati, malati, poveri e perseguitati, non volevano rinunciare al loro potere… Osip Emil’evič continuava a ripetere: Se uccidono in nome della poesia, vuol dire che le tributano l’onore e il rispetto che merita, vuol dire che la temono e quindi la poesia è il potere”. (Nadežda Mandel’štam).
di Mario Masi
mario masi
Annamaria Scopa
