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Quando chi deve punire diventa carnefice

Durante gli anni di lavoro spesso mi sono trovata a lavorare sui traumi frutto di violenza sessuale e purtroppo ho dovuto gestire non solo gli aspetti traumatici legati alla violenza subita, ma anche la ri-traumatizzazione legata alle indagini, alla sentenza e alla gestione mediatica dell’evento.

Spesso, nella mia esperienza, ho constatato che la mancata o debole reazione della vittima incida in modo sostanziale sulla conduzione delle indagini e sulla sentenza finale, e che, su queste motivazioni, in alcuni casi il reato non sia stato reputato punibile.

Da tutto ciò ne consegue un trauma ancora più grave, perché chi dovrebbe punire e tutelare perde questa funzione e diventa esso stesso un ulteriore carnefice.

Ora, io non so se questo avvenga a causa di stereotipi e pregiudizi sessuali, ma sono certa che spesso manchi un’informazione adeguata sul trauma.

Durante un esperienza traumatica il nostro cervello mette in atto una serie di processi automatici e non consapevoli volti a garantire la sopravvivenza e che trovano la loro origine nel nervo vago. Quando le reazioni di attacco o fuga sono impossibili, subentrano le reazioni di freezing (immobilizzazione) e sottomissione.

Ciò significa che le reazioni di immobilizzazione e sottomissione possono arrivare ad essere pressoché totali nelle vittime di stupro.

Ecco, questo non significa consenso, ma è direttamente proporzionale alla gravità delle modalità utilizzate, perché frutto di una risposta automatica messa in atto dalle aree del cervello deputate alla sopravvivenza.

Comprendere dunque i meccanismi del trauma, consentirebbe agli organi preposti di avere una base scientifica a partire dalla quale gestire le indagini, individuare la giusta pena per chi ha perpetrato violenza e attivare al più presto azioni di cura e tutela per la vittima: come punire la diffusione di dettagli lesivi della privacy sui giornali e sui social ed evitare sentenze ri-traumatizzanti.

di Cristina Cacace
(Psicologa e Psicoterapeuta)

 

 

TRAUMA

Foto di Marcos Cola da Pixabay

CRISTINA CACACE

PSICOLOGIA

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