Si è svolta ieri, presso la Sala Etruschi del Consiglio regionale del Lazio, l’audizione sul caso dei 27 lavoratori non sanitari della casa di cura Villa Luana di Poli, in provincia di Roma, per i quali è stata avviata una procedura di licenziamento collettivo. L’incontro è stato convocato dalla Commissione Sanità, presieduta da Alessia Savo (FdI), in seguito alla richiesta urgente presentata nei giorni scorsi dall’Amministrazione comunale di Poli.
All’audizione sono intervenuti il Sindaco di Poli, Federico Mariani, e l’assessore comunale Nando Cascioli, insieme ai rappresentanti sindacali e ai vertici aziendali della struttura. Al centro del confronto, la ricerca di soluzioni condivise per scongiurare i licenziamenti e garantire la continuità dei servizi sanitari erogati dalla struttura.
I lavori sono stati aperti dal Sindaco Mariani, che ha ribadito la centralità di Villa Luana per il territorio e ne ha sottolineato il ruolo di presidio sanitario essenziale e di importante bacino occupazionale. “In un contesto demografico che segnala un progressivo invecchiamento della popolazione – ha dichiarato – la riduzione del personale non è giustificabile sul piano della programmazione sanitaria, soprattutto alla luce delle dichiarazioni della proprietà, che in più occasioni aveva espresso l’intenzione di investire nella struttura e di potenziarne i servizi. Il nostro obiettivo è di tutelare tutti i lavoratori e le lavoratrici oggetto del provvedimento di licenziamento”.
A seguire, è intervenuto l’assessore Nando Cascioli, che ha ricordato come la vicenda di Villa Luana affondi le radici negli anni ’90, con l’obiettivo di offrire servizi sanitari di qualità nel territorio tiburtino-prenestino. “Il mancato accreditamento regionale per importanti specializzazioni sanitarie – ha ribadito – ha comportato un precario equilibrio gestionale, con difficoltà che permangono ancora oggi. Con questa iniziativa, l’Amministrazione Comunale, invita tutte le parti in causa a trovare soluzioni concrete e definitive per tutti i dipendenti. Alla scadenza della Cassa Integrazione, i lavoratori speravano in un rientro a tempo pieno, ma si trovano invece ad affrontare un periodo di tensione e preoccupazione. Le soluzioni per scongiurare i licenziamenti ci sono: inserimento dei profili sanitari già presenti nell’organico e un progetto di sviluppo, sostenuto dal Piano Sanitario Regionale, che includa futuri accreditamenti per servizi sanitari, oggi carenti nelle strutture pubbliche del comprensorio tiburtino-prenestino, con la possibilità di attrarre utenza da Roma e dalle regioni limitrofi. La questione sarà approfondita in Commissione Lavoro convocata dopo Pasqua” ha concluso Cascioli.
Durante l’incontro sono state avanzate tre possibili soluzioni per affrontare la situazione. La proroga della cassa integrazione per ulteriori 12 mesi, il riconoscimento delle qualifiche sanitarie già presenti all’interno della struttura e la riqualificazione del personale non sanitario, come quello addetto alla manutenzione, alla reception, alla cucina ecc. attraverso percorsi di formazione specifici.
Su questi temi si è espresso anche Francesco Costanzo, in rappresentanza della Direzione regionale Lavoro e Formazione, il quale ha confermato che le proposte saranno approfondite in Commissione, prevista dopo le festività pasquali, a cui parteciperanno tra gli altri le OO.SS., la Asl e la proprietà della Casa di Cura.
La posizione della proprietà è stata illustrata da Emilio Innocenzi, presidente della Gestione Sanitaria Italiana, che ha esposto le motivazioni aziendali alla base della procedura di licenziamento. Motivazioni rigettate dalle organizzazioni sindacali intervenute, rappresentate da Roberto Scali (Fp Cgil Roma e Lazio), Yuri Storti (Cisl Fp Roma Capitale Rieti), Giovanni Valentini (Uil), Armando Mariani (UGL Salute), Andrea Bonanni (Fials), che hanno criticato la decisione e hanno espresso forti preoccupazioni per il futuro dei lavoratori. Le rappresentanze sindacali hanno chiesto l’intervento delle istituzioni per tutelare i posti di lavoro e avviare un confronto costruttivo con la proprietà, ma segnalando inoltre che, negli ultimi mesi, la struttura ha assunto nuovo personale per mansioni analoghe a quelle degli operatori a rischio esubero.
Sulla vicenda sono intervenuti anche il vicepresidente della Commissione, Rodolfo Lena (PD), e i consiglieri Luciano Crea (Lista Rocca) e Laura Cartaginese (Lega), i quali hanno espresso la loro disponibilità a promuovere iniziative istituzionali orientate alla salvaguardia occupazionale.
Villa Luana, con oltre 140 dipendenti, rappresenta un punto di riferimento per l’area est della provincia di Roma. La struttura eroga servizi sociosanitari articolati, tra cui la Residenza Sanitaria Assistenziale (RSA), la riabilitazione neuromotoria, l’emodialisi, la diagnostica specialistica e la fisioterapia.
“La seduta odierna – ha dichiarato in chiusura la presidente Savo – ha rappresentato un primo passo istituzionale utile per avviare un confronto. La vicenda di Villa Luana solleva interrogativi importanti sulla sostenibilità del sistema sanitario locale, sulla programmazione dei servizi e sulla necessità di garantire tutele adeguate al personale coinvolto”.