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Posta dei lettori: Manifestazione al gattile di Ferrara

di Sandro Chiozzi

La strada sterrata a fondo chiuso che porta al Gattile di Ferrara è assolata, pochi metri prima di una curva un banco di nebbia che sembra solida non ti permettere di vedere più in là. E oltre la nebbia? Parlando per parabola la cosa è molto simile a quello che è successo nel passaggio delle consegne per la gestione, appunto, del gattile. Da pochi giorni la struttura è passata di mano, era gestita dalla Cooperativa Progetto Verde, ora è tornata al G.A.S. A dire il vero G.A.S. c’è già stata, nel periodo che va dal 2002 al 2007, con risultati non esattamente brillanti, se i risultati vengono valutati non col metro economico ma col metro della mortalià e del numero dei gatti. Questione di punti di vista insomma. Nel piazzaletto in cui termina la sterrata ci sono persone con cartelli, slogan, gente armata di domande taglienti e piuttosto lecite: Come si è svolto l’appato? Qual è il motivo dei 10 giorni di chiusura? Come stanno i gatti? I volontari che fino a ieri si prendevano cura dei mici potranno poi tornare a farlo? E’ una manifestazione spontanea, creata da due giorni di tam-tam su Internet in quella piccola realtà che è Ferrara, e le risposte che arrivano sono frammentate, alcune sono voci infondate, altre no. Fatto sta che i cancelli sono chiusi e i rappresentanti del G.A.S. che stanno all’interno non fanno che ribadire che per motivi organizzativi il gattile sarà chiuso fino all’11 di marzo, come poi stabilito per iscritto nella loro proposta d’appalto.

Eppure a qualcuno viene concesso di entrare, loro dicono che sono delle potenziali famiglie per qualche gatto in cerca di casa. Poi escono, senza gatto. Chi erano? Boh. Agli ex volontari che chiedono di poter entrare viene risposto che “I gatti non sono della gente, ma del Comune”. A memoria si potrebbe contestare che il Comune è formato dalla gente e che chi lavora in Comune viene messo li dalla gente, quindi la gente ha un indiscutibile potere in questo caso, ma nel nostro Paese chiamare con due nomi diversi la stessa entità risparmia un sacco di grane, e l’abilità in questa forma dialettica è ormai giunta a livelli di eccellenza assoluta. Viene fatta entrare Nicoletta Umano, che fa parte del direttivo di A Coda Alta, per vedere lo stato dei gatti. Rimane dentro un bel pezzo.

Nel frattempo, fuori l’assembramento si ingrossa, le persone sono circa una settantina ormai. Barbara Bigoni, una cittadina ferrarese (ci tiene a specificare che è li in forma di semplice cittadina) fa presente che non può entrare nessuno tranne gli “amici” del G.A.S. e che questa chiusura per “riordino” non ha alcun senso, visto che tutto era già in ordine prima, che i gatti erano stati tutti schedati, e che il Gattile era ormai avviato e non c’era alcun bisogno di chiuderlo per qualche giorno, tra l’altro sospendendo le sterilizzazioni proprio in un periodo di calore. Giovanni Checchi, altro cittadino associato sia all’OIPA che al GATA che all’ associazione A Coda Alta fa presente che è controproducente non far entrare nessuno, e che bisognerà vedere gli incartamenti relativi all’appalto per capire quali grandi differenze c’erano tra la proposta di A Coda Alta e il GATA e quella del G.A.S.

Va spiegato che A Coda Alta è un’associazione nata nel 2009 appositamente per sostenere il gattile di Ferrara perché i fondi comunali erano insufficienti al mantenimento  delle condizioni necessarie, ma poi si sono fatti carico di tutte quelle situazioni di precarietà esterne al gattile stesso, arrivando ad “adottare” temporaneamente dei cuccioli per svezzarli, il che significa che c’ erano volontari che hanno allattato ogni 3 ore decine di gatti. Il GATA invece in linea di massima gestisce le colonie feline della città. Queste due associazioni si erano presentate con l’altra proposta di appalto, quella scartata, eppure si trattava quindi di una cordata più che meritevole. Forse costava di più. Io questi li ho già visti però…

Ma chi è il G.A.S.? Su questo non ci sono molte notizie, il sito web è apparso magicamente online da 2 giorni, il Presidente risponde al nome di Rudi Righetti, e si occupa tra le altre cose di reinserimento sociale di carcerati e persone disabili anche attraverso la Pet Terapy. Nobilissima causa, ci mancherebbe, ma ci sono situazioni all’interno del gattile che non possono essere gestite da persone che non hanno esperienza, anche solo per un fattore sanitario. L’appalto durerà due anni più altri due anni, nel senso che se dopo due anni il G.A.S. deciderà di restare non lo si potrà impedire. Ma chi ha valutato le proposte d’appalto? Con quanto denaro hanno dichiarato di riuscire a gestire la situazione e a quale prezzo? Riusciranno a  curare e a dare un’alimentazione adeguata ai gatti malati o deboli? La domanda più frequente è “perché non ci fate entrare?”, e le risposte sono varie e variabili. Dapprima la scusa è che il gattile è chiuso, poi però quando qualcuno entra si adotta la scusa che è in atto un’emergenza sanitaria perché un gatto FIV+ (AIDS felino, non trasmissibile agli umani sia ben chiaro) è stato mescolato ad altri gatti e adesso bisognerà ricontrollarli tutti, oltretutto è passato poco tempo fa un gatto con la gastroenterite (letale per i gatti) e che quindi c’è una sorta di isolamento, ad altre, fino al solito epilogo “ma i gatti non sono della gente”. Risulta però che ci sono state delle adozioni in questi ultimi 3 giorni, adozioni che non si possono fare in situazioni di emergenza sanitaria, e poi se si sapeva già che il gattile sarebbe stato chiuso perché poi adottare altre scuse per giustificare i 10 giorni di chiusura? Qualche incongruenza c’è in effetti e non è nemmeno necessario un grande livello di attenzione per notarla. Il timore è che l’appalto sia stato vinto in maniera non trasparente o che sia stato vinto dichiarando una spesa eccessivamente inferiore a quella oggettivamente necessaria, che presupporrebbe un risparmio esagerato su cure mediche e cibi dedicati a quei gatti che senza adeguate cure avrebbero le settimane contate. Se già prima non ci si stava dentro con 100 figuriamoci adesso se questi si propongono di fare lo stesso lavoro con 50 insomma.

Esce Nicoletta Umano, che per prima cosa dissocia assolutamente l’associazione A Coda Alta da questa manifestazione. “Ci tengo a precisare che A Coda Alta non c’entra niente con questo assembramento, non è stato fatto nulla per crearlo, è stato spontaneo e persone sono qui in veste di cittadini, non di affiliati a un’associazione piuttosto che a un’altra. Le condizioni all’interno sono buone, esattamente come erano pochi giorni fa, ma in pochi giorni non è che si possano vedere grandi differenze. Un gatto FIV+ è stato si inserito insieme agli altri tempo prima, ma sotto consiglio veterinario perché è un gatto talmente remissivo che è pressoché impossibile che aggredisca gli altri. Essendo i gatti tutti sterilizzati non c’è alcun pericolo e la veterinaria in questione è pronta a testimoniarlo per iscritto”. Quello che si è capito è che i volontari rientreranno dopo l’11, non si sa con la facoltà di fare cosa o andare dove, ma rientreranno. Tutti? No, come ha detto una delle signore all’interno del cancello “i volontari si, ma non i rompicoglioni”. Si accettano scommesse su quanto l’essere associati all’ente “sbagliato” influirà sull’attribuzione di questo epiteto. Nel frattempo sembra che in tre giorni siano stati adottati alcuni gatti tra cui dei FIV+ che erano mesi che si cercava di accasare, in una miracolosa casualità. Possibile che se li sia presi qualche volontario proprio per evitare di affidarli a chi in passato non ha avuto risultato da incedere nel marmo, possibile che sia solo un caso, possibile che non si sappia mai che fine hanno fatto questi gatti. Intorno alle 11 arrivano anche due agenti della Digos entrati e poi usciti, e il Consigliere Mauro Malaguti, noto per le sue cause animaliste e per aver denunciato lo scempio del canile lager di via Vecchia Reno, appena fuori Ferrara qualche tempo fa. Malaguti parla ai manifestanti, è entrato e alla sua uscita ha rassicurato i presenti che nonostante lui non sia un tecnico le condizioni gli paiono buone e che comunque dopo l’11 Marzo i volontari potranno riprendere la loro attività. Dice anche che non si faranno distinzioni, che i volotari sono volontari a prescindere dalla loro appartenenza a questa o quella associazione, quindi bisognerà solo pazientare un po’. Rassicura anche che l’attenzione sarà alta affinchè il lavoro venga svolto come si deve e che il suo interesse sarà continuo.

Vedremo sa sarà veramente così, vedremo a cosa si arriverà controllando gli incartamenti, vedremo se i tassi di mortalità aumenteranno oltre la soglia di un lecito dubbio, vedremo se ci saranno terapie ad hoc per gatti un po’ più sfortunati. Intanto la nebbia è salita e il sole è tornato a illuminare la sterrata. Chissà che non sia un buon presagio. Vedremo.

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