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Primavera: tempo d'allergie

di Vanessa Mannino

L’arrivo della primavera non da tutti è atteso con impazienza: è con le miti temperature e con lo sbocciare dei fiori che arrivanoinfatti i primi tipici sintomi di allergia primaverile. Recenti ricerche stimano che sono ben 20 milioni gli italiani che soffrono di allergia primaverile, i cui effetti si fanno sentire in prevalenza tra marzo e maggio, periodo di massima diffusione nell’aria dei pollini, con starnuti a go go e occhi arrossati, e nel peggior dei casi anche con asma. Si osserva che nel 40% dei casi l’asma è determinato da piante appartenenti all’ordine delle paritarie e spesso può presentarsi dopo anni, ad accompagnare le manifestazioni della patologia. Tali sintomi sono determinati dalla diffusione nell’aria del polline delle piante, cioè i semi maschi dei fiori, che può presentarsi in natura in diverse forme, a seconda della specie vegetale a cui appartiene. Tra le specie che determinano sintomi allergici, le più diffuse sono le graminacee, le piante erbacee, i vari alberi o le composite come, ad esempio, le margherite o i girasoli. I pollini sono in grado di originare reazioni allergiche perchè a contatto con la mucosa respiratoria liberano delle proteine che, in soggetti sensibili, causano a loro volta la produzione di anticorpi specifici.

E’ vero che in piccole quantità il polline è diffuso nell’aria perennemente, ma la sua diffusione raggiunge picchi soprattutto nella stagione primaverile, quando anche le condizioni metereologiche incidono “positivamente” nella sua propagazione. Proprio per questo esistono dei calendari pollinici, elaborati da centri di aereobiologia, che consentono di avere un’idea piuttosto precisa della concentrazione di un determinato polline in un dato periodo dell’anno. Tali calendari sono inoltre suddivisi secondo le diverse regioni italiane, in base ai diversi periodi e alla diversa intensità del polline presente.

A peggiorare la situazione dei molti allergici, quest’anno  giocherà un ruolo fondamentale anche l’aumento di smog e polveri sottili nell’aria. Si rende palesemente noto, da una ricerca condotta dall’Università di Monaco di Baviera, come i tubi di scarico delle automobili trasformano le proteine presenti nell’aria in potenti allergeni e la cappa di smog nelle nostre città non dà alcun cenno di dileguarsi. A pagarne le conseguenze sono soprattutto i bambini che vivono in grandi agglomerati urbani, con un rischio più elevato del 50% di sviluppare allergie e malattie respiratorie. Chi è maggiormente predisposto? Alcuni studiosi sostengono che possano esserci predisposizioni genetiche, altri trovano come risposta, quasi in modo inconsueto, motivazioni legate al carattere della persona: la primavera è il momento della rinascita, del cambiamento e persone particolarmente abitudinarie o rigide mentalmente sono particolarmente incline.

I rimedi tuttavia sono soprattutto chimici, attraverso la somministrazione di farmaci antistaminici, ma vi sono numerose cure naturali che, anche se hanno un’azione più lenta dei farmaci, non danno assuefazione o effetti collaterali, ma anzi coadiuvano positivamente le difese immunitarie. Una recente scoperta afferma come i fermenti lattici probiotici hanno una reazione positiva nei confronti dei pollini, altri sottolineano l’utilità, in caso di disturbi allergici, dell’assunzione di ribes nero che è largamente efficace per qualsiasi tipo di allergia. Di certo anche una corretta alimentazione può aiutare nella riduzione dei sintomi: evitare vino rosso, birra, cioccolata e formaggi, cibi che quindi contengono istamina, può aiutare gli allergici a stare nettamente meglio. A tutt’oggi la prevenzione rimane la terapia migliore da iniziare già durante l’inverno.

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