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Nucleare: l'ombra della 'ndrangheta nello smaltimento delle scorie

di Monica Capo

Da qualche giorno, il governo italiano ha approvato una moratoria di un anno sul ritorno al nucleare ma rimane ancora in sospeso la questione di dove collocare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi del passato: il decreto legislativo di moratoria infatti non comprende quelle di un sito di stoccaggio, da individuare secondo le norme Ue entro il 2015. Stoccaggio “definitivo” (fino a un milione di anni per i materiali a più forte radioattività) secondo la Commissione Europea significa depositare le scorie in depositi sotterranei a oltre 300 metri di profondità, in aree che abbiano alcune precise caratteristiche geologiche.

E’ ovvio, che la proposta presenta una serie di rischi: potrebbero verificarsi incidenti di vario genere che potrebbero portare ad un rilascio di sostanze radioattive nelle falde acquifere o in mare, per secoli. Un altro rischio è quello di possibili reazioni chimiche inattese, oppure di incertezze sulle caratteristiche geologiche del sito, senza dimenticare possibili terremoti e interferenze umane.

Un anno fa il giornalista Gianni Lannes, ha dichiarato di aver condotto un’inchiesta proprio sulla dubbia affidabilità di una società che si chiama Ecoge e ha sede a Genova, ma tale inchiesta non ha finora trovato spazio sulle principali testate nazionali. E proprio in questi giorni, anche la consigliera della Federazione della sinistra, Monica Donini, in un’interrogazione presentata alla giunta regionale dell’Emilia Romagna chiede di garantire “trasparenza e legalita’” nelle operazioni adottate da Sogin di dismissione della centrale elettronucleare di Caorso in provincia di Piacenza. In particolare, chiede chiarezza sui rapporti tra Sogin e una societa’ con sede a Genova, che riferisce la stessa Donini “secondo rapporti redatti dalla direzione antimafia dal 2002”, sarebbe “organica alla ‘ndrangheta”.

Proprio, per vigilare sui lavori di smaltimento delle vecchie centrali nucleari affinché non si verifichino infiltrazioni della criminalità organizzata, in questo delicato settore, è stato firmato il protocollo fra prefetti delle sette provincie interessate ai lavori di decomissioning degli impianti nucleari (Alessandria, Caserta, Latina, Matera, Roma, Piacenza e Vercelli) e la Sogin, società di stato che si occupa di questi interventi e della gestione in sicurezza dei rifiuti radioattivi.

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