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Emergenza immigrazione: Tarquinia non ci sta

di Vanessa Mannino

A Tarquinia, cittadina del litorale laziale, dichiarata patrimonio Unesco, la tensione si fa sempre più alta. Questa volta però a preoccupare gli abitanti non è la vicina centrale a carbone, nè la possibile istallazione di una discarica: questa volta gli animi si fanno tesi come corde di violino per cercare un possibile rimedio all’emergenza profughi. Dopo le notizie di questi giorni arrivateci da Lampedusa, l’emergenza sembra riguardare sempre più da vicino la nostra comunità attraverso proposte d’istallazione di tendopoli all’interno dell’intero territorio della Tuscia. La situazione riguarda maggiormente Tarquinia, dove già dai primi giorni del mese di aprile, in tutta furia, si era istituito un Consiglio Comunale straordinario volto a spiegare i motivi del sopralluogo a cui, in giornata, i funzionari della prefettura avevano dato origine nel vecchio aereoporto, situato presso la provinciale Litoranea, “Amerigo Sostegni”. Il Sindaco Mazzola in tutta risposta si opponeva all’istituzione di tale tendopoli, soprattutto in relazione alle scarse condizioni igenico-sanitarie in cui gli immigrati avrebbero, nell’ex aereoporto, dovuto sottostare, nonostante il “lasciapassare” della stessa prefettura.

L’amministrazione comunale, non consultata precedentemente, aveva inoltre dichiarato tutta la propria indignazione di fronte a tale ipotesi: considerata come una “scelta che avrebbe “offeso” il territorio denigrando l’economia e il turismo”. Ad oggi, la situazione della cittadina tirrenica non è delle migliori: la tensione cresce di ora in ora, le notizie corrono rapidamente di cittadino in cittadino, un via vai di gente percorre i luoghi dove si vocifera che vengano istituite le tendopoli: c’è chi lo fa solo per curiosità, ma c’è anche chi lo fa per vedere se “qualcuno” è già arrivato. E’ nel pomeriggio che, in sole tre ore, viene organizzato dal sindaco e da tutta l’amministrazione un nuovo consiglio straordinario volto ad informare i cittadini: tre ore che con un tram tram di sms riescono a rendere l’aula consigliare stracolma di gente. Nel sms, che come una catena, viene diffuso dai cittadini ai cittadini si legge ” Oggi 5 aprile ore 16.30 in piazza Matteotti: ASSEMBLEA PUBBLICA per emergenza immigrati. Si prega di partecipare e di divulgare.” Alla tavola rotonda sono presenti il sindaco Mazzola, i vari consiglieri comunali, alcuni cittadini, la Protezione Civile, l’Ingegnere Spada, il presidente dell’Università di Agraria Antonelli. A prendere per primo la parola è il sindaco che ribadisce come una piccola cittadina non può farsi carico di così grandi problematiche. Mazzola ci tiene a sottolineare che il suo non è razzismo, ma solo paura: una paura che viene scaturita da una mancanza d’informazioni utili che basterebbero per rassicurare l’intera comunità e per capire cosa bisogna ed è necessario fare.

Sotto uno scroscio d’applausi, il Sindaco non si vergogna di certo ad alzare il dito contro le istituzioni, che non solo hanno abbondonato Tarquinia, ma tutti i cittadini. ” D’altronde, dice all’unisono con Antonelli, non possiamo parlare dei 150 anni dell’Unità d’Italia se poi ad affrontare tali emergenze ci si ritrova soli ed emarginati, se poi le tendopoli devono essere ospitate solo da alcune Regioni, mentre altre se ne lavano le mani”. Tutti sono d’accordo sul fatto di essere uniti e solidali per poter ricercare una soluzione idonea che non gravi su nessuno. I siti scelti non sono abitabili nemmeno temporaneamente: è inopportuno pensare di immettere 3.000 persone, agglomerate in condizioni disumane, in luoghi che mancano di fognature, acqua potabile, ma soprattutto di organizzazione per adempiere corettamente a tale emergenza. D’altronde è proprio il primo cittadino di Tarquinia che invita tutti i presenti a non abbassare mai la guardia, ad essere pronti a tutelare il territorio e ad autotutelarsi e ad aggiornarsi continuamente gli uni con gli altri, anche facendo leva su facebook, amato da molti giovanissimi come metodo veloce per una diffusione istantanea delle notizie. Tarquinia non è pronta a sobbarcarsi scenari come quelli fatti vedere dai tg a Manduria, Tarquinia non può rischiare di veder crollare sotto i propri occhi settori traino come il turismo e la cultura, Tarquinia vuole capire soprattutto cosa l’aspetta nel futuro prossimo.

Chi ha preso la parola ha evidenziato come sia importante che l’intera cittadinanza non faccia sfogare la propria rabbia in atti di razzismo e repressione. Da quello che si evince a mancare sono notizie certe: Mazzola sottolinea come più volte, tramite lettere e chiamate, abbia sollecitato molte cariche istituzionali per saperne di più: dal presidente della Regione, Renata Polverini, fino al Presidente della Repubblica, unica figura da cui ha ricevuto delle risposte, seppur parziali. E i cittadini non ci stanno: sono preoccupati per non avere a disposizione un quadro preciso della situazione, sono allarmati perchè sono consapevoli che non c’è ancora un piano serio di accoglienza per gli immigrati e infine sono delusi perchè si sentono abbandonati anche dai comuni limitrofi. La rabbia emerge a gran voce da alcuni cittadini presenti che prendono la parola rendendo noto a tutti di non capire perchè proprio Tarquinia, perchè se gli immigrati devono essere rimpatriati, devono scendere dalla nave che da Lampedusa li ha portati fino a Civitavecchia.

La tensione sembra allentarsi quando Parroncini, consigliere regionale, afferma di aver avuto rassicurazioni dalla Provincia ” Non ci sono certezze delll’arrivo degli immigrati a Civitavecchia, non è vero che Tarquinia dovrà ospitare la tendopoli.” Ma proprio mentre un clima più disteso si stava diffondendo, il Sindaco ha ripreso la parola: ” Ho ricevuto una chiamata. Vi devo lasciare. I profughi arriveranno alle 18.30 a Civitavecchia, è stata aperta proprio lì un’unità di crisi”. Il consiglio viene sciolto e gli animi sono di nuovo in tensione.

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