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Ikea e la pubblicità 'anticostituzionale'

ikeadi Valentino Salvatore 

L’ultima campagna pubblicitaria dell’Ikea, la nota multinazionale svedese specializzata nella vendita di mobili, sarebbe contro la Costituzione italiana. Così la pensa il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alla Famiglia, Carlo Giovanardi, intervistato dall’opinionista Klaus Davi. I manifesti pubblicitari ritraggono due uomini fotografati di spalle che si tengono per mano e sopra campeggia lo slogan “Siamo aperti a tutte le famiglie”. “Noi di Ikea la pensiamo proprio come voi: la famiglia è la cosa più importante”. Ciò che “cerchiamo di fare”, assicura la multinazionale scandinava, è “rendere più comoda la vita di ogni persona, di ogni famiglia e di ogni coppia, qualunque essa sia”. Quella che era una semplice pubblicità sta divenendo ormai da giorni un pretesto di accaniti proclami. Il marketing progressista in salsa svedese non sembra piacere al sottosegretario, il quale definisce il messaggio della campagna contrario ai principi sui quali si fonda la Costituzione, in particolare riferendosi al valore della famiglia, intesa come modello tradizionale ed eterosessuale. Anche se non viene ventilata l’ipotesi di un ricorso del governo al Giurì di autodisciplina pubblicitaria, Giovanardi se la prende con l’azienda, accusata di avere il “cattivo gusto” di fare pubblicità di questo tipo nonostante le venga offerta la possibilità di aprire attività “a manetta” in tutta Italia. Giovanardi, opportunamente stimolato da un compiacente Klaus Davi, fa intendere che in Europa ci sia un clima culturale generale teso a sminuire il ruolo della famiglia tradizionale. Con conseguenze quali il calo della natalità, afferma il sottosegretario citando l’appello del ministro ungherese durante l’apertura della conferenza dei ministri europei della famiglia.

L’azienda svedese, tramite il suo responsabile relazioni esterne per l’Italia, replica che la Costituzione di certo valorizza la famiglia fondata sul matrimonio quale “oggetto di diritti”, “ma non definisce la famiglia tout court”. “Noi abbiamo a che fare con una realtà quotidiana in continua evoluzione”, aggiunge Valerio Di Bussolo, “ci sono tipologie di famiglie molto variegate”.

Dichiarazioni, quelle di Giovanardi, che hanno suscitato molte reazioni indignate. Come quella del presidente di Equality Italia Aurelio Mancuso, che parla di “frustrazione” di Giovanardi “per il fatto che la sua delega sulla famiglia non ha a disposizione nemmeno un euro”. Le affermazioni di Giovanardi, continua Mancuso, sono “pericolose e aggressive”, rischiano di “alimentare quel clima di omofobia che porta poi a violenze e insulti contro gay, lesbiche e trans, non ultima quella nei confronti di Paola Concia”. Il noto attivista Franco Grillini dell’Idv ironizza quindi sull’“ineffabile sottosegretario alla Famiglia del governo del bunga bunga” che invita l’Ikea a ritirare la campagna “con intento volutamente censoreo e con buona pace del presunto spirito liberale del suo campo”. Il radicale Sergio Rovasio, segretario dell’associazione Certi Diritti, parla di frasi che potevano uscire dalla bocca di “un qualche ministro del governo teocratico iraniano” o “da un alcoolizzato da osteria, non certo da un rappresentante del governo italiano”. Si augura inoltre che la Svezia presenti una protesta ufficiale per “questa gravissima offesa” a Ikea.

Ma il susseguirsi di botta e risposta non finisce qui. Tanto che è sceso in campo anche Rocco Buttiglione, presidente dell’Udc. Intervistato da Radio24, ha detto che sono le famiglie tradizionali a fare figli, i quali poi da grandi pagano “tasse e contributi anche per le pensioni e l’assistenza sanitaria di quelli che i bambini non li hanno”. Quindi, secondo Buttiglione, solo così i gay avrebbero le loro pensioni: idea contestata da Grillini, che fa notare come “chiunque abbia un lavoro contribuisce al sistema previdenziale generale, compresi quindi gli omosessuali”. Fabrizio Marrazzo, portavoce di Gay Center, intanto plaude alla calendarizzazione della discussione della normativa anti-omofobia, prevista per il 23 maggio. In risposta alle posizioni di Giovanardi e Buttiglione, Marrazzo intende rendere noti ai parlamentari i dati della Gay Help Line, “che più di tutti danno un quadro di quanto gay, lesbiche e trans siano ancora oggi vittime di violenze, aggressioni e discriminazioni”. Interviene pure l’onorevole Paola Binetti, sempre in radio, parlando di “spot provocatorio” perché “sovverte il valore famiglia”.

Non sembra placarsi la polemica scatenata da Carlo Giovanardi e sbarca anche in tv. I due noti comici Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu, durante l’ultima puntata de Le Iene, hanno pensato bene di scambiarsi un lungo bacio sulle labbra, proprio in risposta alle parole del sottosegretario.
Intanto, anche il popolo del web si è mobilitato, organizzando un flash mob nel pomeriggio di sabato in varie città, tra cui Milano, Torino, Roma e Catania. Il tam tam che si è diffuso su internet invita coppie di tutti i tipi a baciarsi davanti alle sedi Ikea, per protestare contro le dichiarazioni di Giovanardi. Lo slogan è “Noi dentro Ikea, Giovanardi fuori dal mondo”, per un “libero bacio in libero stato” e “un’idea di famiglia fondata sull’affetto, sulla solidarietà e sulla scelta di stare insieme”.

 

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