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Share Everest: la ricerca italiana sul tetto del mondo

share Everestdi Marco Milano

E’ partita la scorso 22 aprile la missione nell’ambito del progetto Share (Stations at High Altitude for Reasearch on the Environment – rete di osservatori per il monitoraggio climatico e ambientale in collaborazione con Unep, Wmo, Nasa, Esa e lucn) che ha portato il comitato EvK2Cnr sulla cima del monte Everest, a 8000 metri di altezza, per ripristinare le funzionalità della stazione metereologica installata nel 2008 a Colle Sud. L’obiettivo è misurare pressione, atmosfera, umidità, direzione del vento e intensità, radiazione solare e raggi ultravioletti del ‘tetto del mondo’. Il ripristino consentirà di avere in tempo reale i dati con l’ausilio di nuovi sensori tecnologicamente avanzati, mentre le apparecchiature già presenti continueranno a fornire informazioni su pressione e radiazione. E’ prevista l’ottimizzazione dei sistemi di supporto e di alimentazione, mentre il sistema di trasmissione verrà ripristinato nelle stesse precedenti modalità, visto il buon funzionamento nella passata campagna di test.

La missione si svolgerà in stretta collaborazione tra Cnr e Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (nell’ambito delle celebrazioni per il 150° anniversario dell’unità di Italia), comprendendo tra i responsabili Gianpietro Verza ed Elisa Vuillermoz – rispettivamente referente delle stazioni di monitoraggio e responsabile per i progetti ambientali di EvK2Cnr – gli alpinisti Daniele Bernasconi e Daniele Nardi, Paolo Bonasoni dell’Isac-Cnr (Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Cnr) supervisore scientifico e coordinatore del progetto Share. Il tutto guidato da Agostino Da Polenza, presidente del comitato EvK2Cnr che si occuperà anche di coordinare i lavori del Laboratorio Osservatorio Piramide, installato a 5050 metri di quota sulle pendici dell’Everest.

Dopo i test eseguiti per alcuni mesi nel 2008, le nuove misure previste potranno fornire indicazioni circa la presenza di una forte corrente atmosferica occidentale (Sub Tropical Jet Stream) nell’area himalayana, la cui variabilità annuale è un elemento importante per comprendere la circolazione monsonica estiva, che influenza direttamente il trasporto di masse d’aria stratosferiche nella troposfera. Ma non solo: la stazione di Colle Sud è il tassello finale di altre sette postazioni di misura nella Valle del Khumbu, a partire da ‘Lukla’ – 2500 mt, rete che ha ottenuto lo scorso anno il ruolo di stazione globale del Global Atmosphere Watch del World Metereological Organization, risultando essere la più elevata, oltre che la prima italiana fuori dai confini nazionali, e diventando il 33° punto focale di monitoraggio della composizione dell’atmosfera terrestre.

Dall’Osservatorio Piramide partiranno a breve anche osservazioni atmosferiche relative al monitoraggio del mercurio, in collaborazione con l’Istituto di Inquinamento Atmosferico del Cnr. Questo verrà eseguito presso il Nepal Climate Observatory – Pyramid, fornendo un contributo fondamentale per lo studio dei processi che influenzano le dinamiche del mercurio a scala globale e impongono un impatto sugli ecosistemi acquatici e terrestri. Gli studi si inseriranno nel progetto europeo Gmos – Global Mercury Observation System, finalizzato alla creazione di un sistema di osservazione globale per monitorare l’andamento dell’inquinamento atmosferico da mercurio.

 

Sul sito ufficiale ShareEverest2011 è possibile seguire in tempo reale le fasi della missione:
www.share-everest.org

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